Controlli e liti

Curzio (Cassazione): «Per il tributario un giudice a tempo pieno»

Boom di definizioni alla sezione fiscale: nel 2021 sono state 15.916 rispetto alle 9.141 del 2020

di Ivan Cimmarusti

La giustizia tributaria deve essere affidata a «giudici che la trattino a tempo pieno», chiede il primo presidente della Corte di cassazione Pietro Curzio. Ma al riguardo evita una proposta specifica. Tradotto: sarà la politica a stabilire se creare un nuovo giudice tributario assunto per concorso o se, viceversa, fare salvi gli attuali giudici onorari trasformandoli in magistrati che hanno come unica funzione quella di definire le liti fiscali.

L’anno giudiziario

La cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario 2022 è stata anche il momento del bilancio della sezione tributaria della Corte, che nel 2021 si è contraddistinta per numero di procedimenti definiti: 15.591 (del valore di 9,3 miliardi di euro), rispetto ai 9.141 del 2020 e agli 11.461 del 2019. Un aumento dovuto «all’impegno dei presidenti e dei consiglieri e del personale amministrativo», dice Curzio. Ma è di tutta evidenza come la Sezione tributaria risenta di due aspetti: da una parte le pendenze arretrate, che sono 47.364 sulle complessive 111.241 del Civile; dall’altra la qualità dei giudicati delle Commissioni tributarie regionali (il secondo grado), tanto che 5.713 provvedimenti, sulle 15.591 definizioni, sono stati cassati dal giudice di legittimità. Per questo Curzio ha fatto riferimento alla necessità di una riforma della figura del giudice, spiegando che «vi è un larghissimo consenso sulla necessitò di riformare la giustizia tributaria, affidandola a giudici che la trattino a tempo pieno, mentre oggi per i componenti delle Commissioni - a cominciare dai magistrati che sono circa 1.450 (con i laici si arriva a 2.700 totali, ndr) – è un secondo lavoro».

Riforma un passaggio cruciale

La riforma, dunque, «sarebbe un passaggio cruciale». Per il primo presidente «una riforma reale della giustizia tributaria è forse l’atto più di ogni altro in grado di incidere sui problemi del giudizio di legittimità, riequilibrando il vertice del sistema giudiziario».

Sul piano delle previsioni da inserire nella stesura del decreto delegato per la riforma, Curzio afferma che «sarebbe opportuno» anche prevedere il rinvio pregiudiziale. Si tratta di un istituto, già proposto dalla Commissione di riforma Mef-Giustizia presieduta dal professor Giacinto della Cananea, che consentirebbe anche al giudice di merito di chiedere una pronuncia di legittimità su questioni interpretative che, se risolte, potrebbero avere un effetto deflattivo sui primi due gradi di giudizio, con riflesso sulla Cassazione.

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