Adempimenti

Da valorizzare i depositi doganali con imposta sospesa

di Benedetto Santacroce ed Ettore Sbandi

Già da oggi possono essere impostati i primi flussi che considerano il prossimo cambio di operatività che si realizzerà, con Brexit, alla fine del 2020.

Sul lato dei dazi, anzitutto, occorre procedere ad un attivo monitoraggio dei negoziati, per comprendere se e come questi verranno applicati. Un utile ausilio, in proposito, è il sito dell'amministrazione UK, dove è impostata una tariffa doganale che potrà entrare in vigore dopo l'uscita. In fase di acquisto, ad esempio, la quota di costo del dazio dovrà essere ormai considerata o una loro eventuale applicazione dovrà essere contrattualmente prevista, per immunizzarsi da costi non pianificati.

Sempre in relazione ai dazi, ma non solo, esiste poi il grande tema delle piattaforme logistiche e dell'utilizzo dei regimi doganali sospensivi. Se i dazi verranno applicati è impossibile ipotizzare un sistema che, per i prodotti importati da mercati esteri, sconti le imposte nell'Ue e, poi, paghi nuovamente l'ingresso in Uk. È evidente che le piattaforme di deposito doganale, in primis, debbano essere potenziate e utilizzate almeno per le quote parte di prodotto per i quali si può pianificare il destino nel mercato Uk.

Sulle piattaforme, il deposito doganale torna fondamentale nelle ipotesi di consignment stock, per esempio, dove i prodotti spediti da e per l'Ue, ma non ancora venduti, possono rimanere in sospensione di imposta, che invece sarà applicabile solo quando il prodotto sarà effettivamente venduto o impiegato, consentendo risparmi finanziari potenzialmente enormi.

A ciò si aggiunga il tema delle lavorazioni fatte parte nella Ue e parte in Uk, da impostare non come doppie operazioni doganali di export e import, ma nella logica del perfezionamento attivo o passivo, i regimi che consentono di lavorare merci senza scontare rilevanti quote di dazio, altrimenti inevitabili.

Nella probabile ipotesi in cui venga realizzata un'area di libero scambio, sarà necessario stressare il sistema di tracciabilità dei dati di origine, preferibilmente con un approccio informatizzato e non documentale. È insomma fondamentale capire quale è l'origine doganale dei prodotti acquistati, quali sono le eventuali lavorazioni compiute e capire se esse possono avere carattere sufficiente a rendere un prodotto di origine preferenziale. Le merci potranno essere battezzate come privilegiate per gli scambi tra Uk e Ue e dunque non vedere applicati i dazi di importazione. Per fare questo, è evidente, occorre avere un rinnovato processo di tracciabilità commerciale ed industriale.

Esiste poi il tema della pianificazione finanziaria che in dogana assume effetti rilevanti in quanto le imposte, di norma, sono pagate immediatamente e in contanti, oltre a essere di regola coperte da garanzie specifiche.

In ultimo, è bene segnalare l'opportunità di effettuare adeguate due diligence di prodotto, per comprendere i nuovi temi propri dell'export e fino ad oggi sconosciuti alle operazioni intra Ue; il rifermento, in particolare, è alle specifiche dual use, a quelle di marcatura, di etichettatura, di sicurezza e di ogni altro aspetto extratributario che in dogana deve essere considerato.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©