Il CommentoProfessione

Dai più giovani giudizio di fiducia nella professione

Il 30 novembre a Genova Previdenza in Tour, l’evento organizzato dalla Cassa dottori commercialisti

di Stefano Distilli

Nonostante le difficoltà contingenti e il quadro sempre più complesso che si trovano quotidianamente a fronteggiare, i dottori commercialisti vogliono continuare ad avere fiducia nella loro professione: è questo, in sintesi, il sentiment principale che emerge dal sondaggio che abbiamo realizzato nei mesi scorsi in collaborazione con Swg sui nostri iscritti. Sondaggio che, in qualche modo inaspettatamente, ci racconta come oltre due professionisti su tre considerino la propria situazione attuale da molto buona a sostanzialmente stabile, a fronte di un 32% che si dice invece preoccupato. Una valutazione che si conferma positiva anche allargando l’orizzonte temporale, dal momento che il 62% degli intervistati prevede una condizione professionale stabile o migliore nell’arco dei prossimi due, tre anni.

Un dato sul quale riflettere e che non può non dare speranza per il futuro, è che a esprimere questa fiducia siano soprattutto i professionisti under 40, il 78% dei quali reputa buona o sostanzialmente stabile la sua situazione professionale, mentre il 74% prevede miglioramenti nel prossimo triennio. Risultati che restituiscono una percezione positiva della libera professione e si dimostrano in linea con quanto ha rilevato il Centro studi di Adepp, l’associazione che riunisce gli enti di previdenza privata, attraverso una ricerca realizzata nel 2021 su un campione di 10mila liberi professionisti, secondo la quale «la libera professione non solo non ha perso il suo appeal ma ha addirittura recuperato la sua forza attrattiva, dimostrando che la consapevolezza e la responsabilità sono i principi alla base della scelta di esercitare l’attività libero professionale».

La notizia meno buona è che questi risultati si scontrano con condizioni professionali e reddituali spesso tutt’altro che soddisfacenti. E forse proprio in questo senso e con il desiderio di fare sentire la propria voce, va interpretata anche l’ampia adesione riscontrata sul sondaggio dal momento che a partecipare all’iniziativa, avviata nel mese di giugno, sono stati oltre 12mila professionisti pari a circa il 17% dell’intera platea degli iscritti alla Cassa, tra l’altro in un momento, come il periodo pre-estivo, particolarmente complicato sia a livello di contesto generale, sia per la nostra professione in particolare, considerato l’affollamento di adempimenti e scadenze. Un alto livello di partecipazione che ci comunica come ci sia sempre più necessità di mettersi all’ascolto non solo di chi continua a riporre fiducia nello sviluppo della nostra professione, ma anche e soprattutto di quel 32% che, secondo il sondaggio, si dice, invece, preoccupato o molto preoccupato dalla sua situazione professionale.

Come Cassa di previdenza non possiamo limitarci ad ascoltare, ma dobbiamo e vogliamo rispondere cercando di mettere in campo iniziative sempre più efficaci nel sostenere i colleghi, che vadano non solo nel segno dell’assistenza e del supporto nei momenti di difficoltà, ma anche di un miglioramento delle condizioni lavorative e delle prospettive di sviluppo del percorso professionale.

Allo stesso tempo è sempre più importante lavorare per sostenere l’attrattività di una professione che non solo è essenziale nelle sue competenze più tradizionali, dalla gestione amministrativa alla contabilità, ma che può essere declinata e reinventata in tanti modi per sostenere la crescita del Paese, facendo in modo che tanti studenti e lavoratori possano continuare a scegliere la libera professione di dottore commercialista, avendo davanti prospettive importanti di crescita professionale e reddituale. Ed è quello che anche con questo convegno vogliamo fare, non solo analizzando insieme cosa significa essere dottori commercialisti oggi, nei tanti e diversi ruoli che come professionisti ricopriamo al fianco delle imprese e dei nostri clienti, ma soprattutto provando a esplorare cosa potrà diventare il dottore commercialista di domani, i tanti ruoli e le interessanti prospettive che l’evoluzione dello scenario economico e sociale potrebbe aprire per questo tipo di professione, andando ad approfondire anche agli strumenti utili a orientare le proprie competenze in maniera costruttiva. Se è vero, infatti, che tra vent’anni non saremo delusi da quello che avremo fatto ma da quello che non avremo fatto, citando Mark Twain diventa essenziale «levare l’ancora, abbandonare i porti sicuri, per catturare il vento nelle nostre vele. Esplorando. Sognando. Scoprendo».