Controlli e liti

Dal valore all’origine delle merci i controlli della Gdf in dogana

Nel contrasto alle frodi unità sollecitate all’analisi delle bolle doganali e a usare il database Cognos

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di Benedetto Santacroce ed Ettore Sbandi

Per il 2022 la Guardia di finanza focalizza i suoi controlli in materia doganale su specifici fenomeni di frode in relazione a valore, origine e classificazione delle merci, utilizzando sempre più strumenti di analisi digitali. Alcuni riscontri rispetto all’attività di controllo che caratterizzerà nello specifico settore l’attività del Corpo nel 2022 si hanno già nella circolare del Comando generale n. 282023.216 del 6 ottobre 2021 che ha anticipato le direttive che a giorni saranno formalizzate e inviate ai reparti operativi.

In effetti, i macro-temi individuati colgono nel segno, lasciando trasparire l’elevata competenza dell’amministrazione di controllo e l’interesse che la tematica doganale suscita nel mercato e negli organismi preposti a sovrintenderlo.

Gli argomenti sensibili, sul piano doganale, sono in effetti molti, tutti passati in rassegna dal documento in questione sulla base di una premessa maggiore che è rappresentata dalla digitalizzazione delle attività di controllo. A tal fine, si sollecitano le unità operative all’utilizzo e all’analisi delle bolle doganali, dei manifesti, delle banche dati, del data base Cognos e, novità, della piattaforma «Analisi dei rischi Gdf» creata proprio come specifico tool in materia.

Quanto ai temi di controllo, questi sono vari e numerosi, tutti parimenti rilevanti. Si segnalano in primis taluni temi classici delle irregolarità o delle frodi doganali, quali la sottofatturazione dei beni d’importazione, ovvero la loro falsa o fallace indicazione di origine o anche la loro errata classificazione.

Nel primo caso, si tratta di beni presentati in dogana con una fattura recante un importo diverso da quello reale, oppure dell’omessa dichiarazione di taluni componenti del valore doganale delle merci: è evidente che il primo caso ha una accezione normalmente dolosa, e dunque con effetti anche penali, mentre la seconda, molto comune, normalmente ha effetti solo amministrativi. In quest’ultima ipotesi, si segnala il tema classico dell’omessa dichiarazione di royalty, commissioni, spese di ricerca e sviluppo, tutte rilevanti ai fini doganali. In queste ipotesi, in termini di compliance si incoraggia l’utilizzo di strumenti di ruling per evitare accertamenti molto gravi, specie sul piano sanzionatorio.

Nel secondo caso, il riferimento è alle questioni di origine, preferenziale e non, che da ultimo ha subito un’impennata di interesse assai rilevante per l’introduzione di rilevanti modifiche in materia sul lato doganale e, soprattutto, per l’obbligo per gli operatori di dichiarare il dato specifico anche nei nuovi modelli Intrastat cessioni. Si osserva altresì che l’origine non preferenziale dei beni determina l’applicazione dei dazi e, soprattutto, dei dazi antidumping, dei dazi compensativi e delle altre misure di politica commerciale previste dall’Ue, a prescindere dalla provenienza fisica dei beni.

Nel terzo caso, il riferimento è alla tariffa doganale dei beni, da applicarsi in conformità con le nuove regole attive proprio dal 2022. In questo ambito, è chiaro l’interesse nel verificare la corretta applicazione della nomenclatura combinata, specialmente per ipotesi di voci contigue con diversa fiscalità applicabili.

Si aggiungono poi i temi procedurali, ossia quelli connessi ai regimi e al loro corretto utilizzo. Sono le ipotesi, ad esempio, del “salto” dell’Iva operato con il regime 42, che però deve trovare corretto appuramento a destino; oppure delle false esportazioni o i falsi transiti che, soprattutto per i beni ad accisa, in caso di appuramenti solo formali possono consentire evasioni dalla portata assai ingente.

Ovviamente, non si esaurisce qui né il panorama delle possibilità di illecito doganale, né il perimetro di controllo della Guardia di Finanza che, unitamente all’organo accertatore, dimostra interesse e attenzione su un tema che, per articolazione della frode tipica, spesso necessita di un supporto operativo particolarmente strutturato e sofisticato.

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