Imposte

Dall’Australia le prime linee guida sul transfer pricing post Covid

Si propone di riportare il conto economico in condizioni di normalità per poi confrontarlo con i benchmark ordinari

di Massimo Bellini

L'amministrazione australiana (Ato) ha pubblicato di recente le prime linee guida ufficiali sulla gestione dei prezzi di trasferimento in tempi di Covid. Le indicazioni riguardano la predisposizione della documentazione di transfer pricing, gli Apa e la revisione degli accordi intra-gruppo.

Il documento è di interesse in quanto rappresenta la prima posizione ufficiale da parte diun’amministrazione finanziaria (peraltro facente parte dell’Ocse), nel pieno del dibattito sul se e come modificare i prezzi di trasferimento a causa degli effetti della pandemia. In parallelo anche l’Ocse sta lavorando alla predisposizione di linee guida che dovrebbero essere emanate entro la fine dell’anno. Al momento l’Organizzazione ha inviato questionari ai vari stakeholders in cui si chiedono indicazioni su quali siano le problematiche che ci si aspetta nel prossimo futuro, quali i punti che andrebbero approfonditi nelle Linee guida sui prezzi di trasferimento e che potrebbero causare contenziosi e suggerimenti su comedebbano essere affrontate le analisi di comparabilità.

Attualmente le discussioni su eventuali modifiche alle politiche di transfer pricing sono focalizzate su due macro-approcci non necessariamente alternativi.

1. Il primo approccio. Il primo prevede la revisione delle analisi di benchmark, che può avvenire con varie tecniche. Si possono ed esempio inserire comparabili in perdita, apportare aggiustamenti in base a serie storiche di precedenti periodi di crisi, dati di settore per il periodo della pandemia, selezionare comparabili con trend finanziari in linea con la parte da testare eccetera.

2. Il secondo approccio. Oppure gli aggiustamenti possono essere fatti ai bilanci della parte da testare. Un esempio potrebbe essere quello di depurare il conto economico degli effetti del Covid.

Le linee guida dell’Ato seguono questo secondo approccio. È previsto che la documentazione sui prezzi di trasferimento potrebbe includere:
a) conto economico che evidenza gli scostamenti, ad esempio rispetto al budget, dei costi e dei ricavi a causa del Covid;
b) calcolo della profittabilità che ci sarebbe stata in assenza della pandemia;
c) dettaglio e spiegazione dei maggiori costi o minori ricavi intercompany;
d) evidenza di eventuali incentivi pubblici ricevuti.

In sostanza si propone di riportare il conto economico in condizioni di “normalità” per poi confrontarlo con i benchmark ordinari.

Pur essendo condivisibile da un punto di vista concettuale, l’approccio suggerito potrebbe comportare delle difficoltà operative. È vero che l’esercizio dovrebbe riguardare principalmente le entità routinarie, quindi con business meno complessi, tuttavia isolare dai ricavi e dai costi gli effetti del Covid potrebbe essere non agevole vista la presumibile pervasività degli effetti della pandemia su tutto il conto economico.

Non viene discusso se e quali costi straordinari dovuti al Covid, evidenziati nella documentazione, debbano rimanere in capo all'entità locale o essere riaddebitati.

Oltre a fornire indicazioni per i contribuenti con Apa concluse ed in corso di negoziazione l’Ato ha specificato che saranno verificate attentamente le modifiche agli accordi intra-gruppo qualora comportino dei benefici fiscali. Come sempre si valuterà se analoghe operazioni sarebbero state fatte in condizioni analoghe da parti indipendenti.

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