Dalla fattura elettronica la spinta a migliorare i processi interni
I flussi di dati digitali avranno un effetto leva sull’efficienza delle Pmi e delle micro attività. Oltre 5 milioni di partite Iva si stanno preparando all’appuntamento con l’obbligo della fatturazione elettronica tra aziende privati che scatterà il prossimo 1° gennaio. Un’opportunità per migliorare i processi interni in chiave di efficienza collaborativa e facilità d’uso. In questo percorso d’avvicinamento all’obbligo una grande azienda su due e un terzo delle Pmi lo vede come una opportunità per migliorare i processi aziendali interni e quelli amministrativi. Di fatto nel 2017 le aziende private hanno emesso appena 166mila fatture elettroniche su un totale di circa 1,47 miliardi di fatture. È quanto rivela l’Osservatorio «Fatturazione elettronica: nuovo impulso per il digital B2b» del Politecnico di Milano che viene presentato oggi.
«La fatturazione elettronica tra privati può essere un’opportunità per quelle aziende che decidono di avviare progetti digitali più spinti, investendo nella digitalizzazione dell’intero ciclo dell’ordine ottenendo così una maggiore competitività - commenta Claudio Rorato, direttore dell’Osservatorio Fatturazione elettronica ed eCommerce B2b -. Raggiunta l’interoperabilità con le altre realtà della propria catena del valore ne beneficieranno anche i flussi finanziari».
Secondo l’Osservatorio una azienda su quattro sta aggiornando il gestionale, un altro 22% preferirà percorrere la via dell’outsourcing e una su due opta su una soluzione mista. Per quanto riguarda i risultati c’è un discreto ottimismo: il 21% dei responsabili delle imprese ritiene che «non incorrà in problemi ma sicuramente molti clienti e fornitori si troveranno in difficoltà».
Tra i progetti B2b prioritari in un caso su tre ci sono la gestione elettronica dei documenti, la pianificazione delle risorse d’impresa (Erp) e la conservazione digitale. Insomma l’universo delle partite Iva sta prendendo coscienza che tra pochi mesi si dovrà lavorare in termini di flussi di dati e non più documenti. Nelle Pmi si dovrà affrontare un punto cruciale: la scarsa diffusione di competenze digitali del personale che deve avviare percorsi innovativi come quello della fatturazione elettronica. Un nodo cruciale che riguarda una Pmi su cinque. Inoltre in circa un 11% delle Pmi si dovrà affrontare un ostacolo in più: la resistenza al cambiamento del personale interno. E non mancano certo altri nodi il più importante di tutti è nella scarsa propensione ad investire nelle tecnologie digitali. Non è un mistero che la seconda potenza manifatturiera d’Europa si ritrova negli ultimi posti delle classifiche Ue per livello di digitalizzazione.
In questo scenario si aprono ricadute positive per i commercialisti. «Possono posizionarsi tra il cliente e il Sistema di interscambio intercettando i flussi dei dati amministrativi e migliorando la fidelizzazione verso i clienti - sottolinea Rorato -. Da qui la possibilità di erogare, per esempio, servizi a valore aggiunto». Grazie alla fatturazione elettronica i professionisti saranno di fronte alla possibilità di riposizionarsi sul mercato con alcuni servizi e attività che sembravano destinate a ridursi.
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di Fabio Giordano, Comitato tecnico AssoSoftware