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Dati sanitari per la precompilata, i software si preparano all’unico invio annuale

Cambia lo scenario dopo le modifiche del decreto correttivo che ha previsto a regime il divieto di trasmissione delle fatture elettroniche per prestazioni mediche verso consumatori finali

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di Fabio Giordano, comitato tecnico AssoSoftware

Il Dlgs 81/2025 (decreto correttivo) è nuovamente intervento in materia di fatturazione delle prestazioni sanitarie, stabilendo:

  • il divieto definitivo (ossia «sine die») di emissione delle fatture elettroniche per le prestazioni sanitarie effettuate verso consumatori finali, per i soggetti tenuti all’invio al sistema tessera sanitaria (Sts) dei dati utili ai fini dell’elaborazione della dichiarazione dei redditi precompilata (articolo 2);
  • l’unificazione delle due scadenze semestrali in un’unica scadenza annuale, a partire dal 2025, per l’invio al sistema tessera sanitaria dei dati utili ai fini dell’elaborazione della dichiarazione dei redditi precompilata. Il nuovo termine dovrà essere stabilito con decreto del ministero dell’Economia (articolo 5).

I software che permettono di gestire e inviare i dati delle prestazioni sanitarie al Sts dovranno quindi essere adeguati entro la fine dell’anno, per permettere agli operatori di effettuare un unico invio annuale, stante che rimane sempre possibile continuare a inviare i dati delle fatture emesse e incassate in qualsiasi momento dell’anno, trasmettendoli anche in tempo reale.

Tali software appartengono a due grandi famiglie:

1) quelli progettati e realizzati come estensione dei software di fatturazione elettronica, i quali tuttavia vengono configurati per non inviare allo Sdi (Sistema di interscambio) i file Xml. Essi sono in grado di gestire anche gli incassi ed effettuare l’invio automatico al sistema tessera sanitaria dei dati delle sole fatture effettivamente incassate, eventualmente anche in proporzione alla quota parte incassata nel caso di incasso parziale;

2) quelli concepiti come estensione dei software di contabilità, anch’essi in grado di gestire anche gli incassi ed effettuare l’invio al sistema tessera sanitaria dei dati delle sole fatture effettivamente incassate.

I primi sono di solito utilizzati direttamente dai medici e dalle strutture sanitarie per emettere le fatture, mentre i secondi sono utilizzati dagli intermediari fiscali che effettuano il servizio di trasmissione dei dati al sistema Tessera sanitaria per conto dei propri clienti operatori sanitari, dopo aver registrato in contabilità le relative fatture.

Ebbene, sembra abbastanza evidente che al momento il legislatore abbia deciso di abbandonare la strada della fatturazione elettronica, in quanto tutto il processo è rimasto imbrigliato nelle problematiche legate alla privacy e alla necessità di disporre non solo i dati delle fatture emesse, ma anche quelli dei relativi incassi.

Si tratta di problematiche che con la giusta volontà potrebbero in realtà essere superate, sia con interventi tecnici mirati che consentirebbero di superare i problemi legati alla privacy, sia introducendo semplificazioni legislative, quali ad esempio quella dell’eliminazione del criterio di cassa, visto che quasi sempre le fatture vengono emesse solo dopo l’incasso e che comunque, come conseguenza di una fattura non incassata vi è sempre l’emissione di una nota di variazione, il cui effetto impositivo negativo ricade sul paziente anche se in precedenza si era dedotto la spesa.

Superate tutte le difficoltà, l’utilizzo della fatturazione elettronica anche per medici e le strutture sanitarie, in luogo dell’anacronistico invio al Sts, porterebbe vantaggi a tutti gli stakeholders.