Debiti fiscali fino a 1.000 euro, arriva lo «strappa-cartelle»
La pace fiscale allo studio del Governo prova a imbarcare anche lo «strappa-cartelle». Mentre sulla dichiarazione integrativa, bollata come un condono dai 5 Stelle, il punto di incontro con la Lega sarebbe arrivato ieri sera: l’ipotesi allo studio (di questo si parla) è quella di introdurre un ravvedimento rafforzato esteso agli ultimi 5 anni d’imposta (dal 2013 al 2017) con la possibilità di dilazionare le somme dovute per il prossimo quinquennio. Ad annunciare la possibilità di dire addio alle “micro cartelle” esattoriali è stato ieri il sottosegretario all’Economia Massimo Bitonci ai microfoni di Radio Anch’Io, spiegando che si starebbe valutando la possibilità di «poter effettuare lo stralcio complessivo di tutte quelle cartelle piccole, sotto i 1.000 euro o sotto i 5.000 euro che rappresentano il 55% del “magazzino” complessivo» dell’agente della riscossione. «Dal punto di vista quantitativo - ha aggiunto il sottosegretario - non pesano molto, ma interessano quasi 15 milioni di contribuenti». La norma allo studio dovrebbe prevedere la possibilità di “strappare” la cartella ad ora fino a mille euro versando il 40% della richiesta al netto di sanzioni e interessi. L’aliquota, che voleva essere più bassa, spiegano fonti di Governo è dettata da quanti hanno già versato i contribuenti con la rottamazione bis ancora aperta. Questi soggetti, infatti, con le rate di luglio, settembre e ottobre (destinata a slittare a novembre) per essere in regola devono versare il 40% della rottamazione comunicata da Agenzia entrate riscossione. Applicare un’aliquota inferiore come ad esempio il 10 o il 15% avrebbe comportato più di un problema di gettito e di rapporti con quanti sono in regola con il saldo delle prime rate.
Quanto possa valere la pace fiscale è ancora difficile dirlo. Nelle intenzioni della Lega si punterebbe a incassare almeno 10 miliardi dall’applicazione di tutte le misure allo studio e che lo stesso Bitonci ha definito, all’agenzia di stampa Il Sole 24 Ore Radiocor, «entrate una tantum». Inoltre ieri sera sarebbe tramontata (il condizionale è d’obbligo) l’idea del Governo di introdurre un dichiarazione integrativa con un tetto fino a 200mila euro per far emergere i redditi omessi versando una sostitutiva del 15% sugli ultimi 5 anni di imposte ancora soggetti ad accertamento. Il punto di incontro tra i due rami dell’esecutivo gialloverde sarebbe stato trovato su un “ravvedimento operoso straordinario” che consenta a cittadini, imprese e lavoratori autonomi di ravvedersi sugli ultimi cinque anni dal 2013 al 2017 senza il pagamento delle sanzioni e versando gli importi dovuti a rate per i prossimi cinque anni.
Il nuovo strumento allo studio è comunque uno dei tre binari su cui si regge l’intero impianto della pace fiscale lega-5stelle. Il ravvedimento straordinario sarà accompagnato da una nuova rottamazione che Bitonci preferisce chiamare «saldo e stralcio». Oltre allo strappa-cartelle da 1.000 euro le misure allo studio riaprono di fatto i termini delle due passate definizioni agevolate recependo le principali critiche che erano state mosse al Governo Renzi e a quello Gentiloni, ossia l’obbligo di dover saldare in due anni. Il saldo e stralcio dovrebbe invece concedere 5 anni con il versamento delle sole imposte, dunque senza sanzioni e interessi, in un massimo di 10 rate semestrali con cadenza a luglio e novembre di ogni anno. Peraltro chi pagherà a rate e non in unica soluzione si vedrà applicare un “micro-interesse” dello 0,3% contro il 4,5% delle passate definizioni agevolate.
Il terzo binario della pace fiscale è la chiusura delle liti fiscali pendenti. Per far crescere l’appeal della misura già utilizzata da Gentiloni ma con scarso successo si punta a concedere oltre alla cancellazione di sanzioni e interessi una riduzione del 50% per chi ha vinto in primo grado e con il pagamento di un 20% per chi vince in secondo grado. Inoltre, per tagliare i tempi di attesa dei giudizi in commissione provinciale, si lavora a una definizione agevolata anche per chi ha soltanto presentato ricorso.
Ci sarebbe poi un quarto binario ma che rischia di morire sul nascere visti i non pochi dubbi dei 5Stelle: la definizione delle liti potenziali (si veda Il Sole 24 Ore di ieri). Si tratta della possibilità di definire senza pagare imposte e sanzioni eventuali contestazioni del Fisco o della Gdf arrivate al contribuente con Pvc e avvisi di accertamento.
L’intero pacchetto, una volta messo a punto e definito in ogni suo dettaglio, sarà il cuore del decreto fiscale collegato alla manovra. Il Dl è stato annunciato da Luigi Di Maio per lunedì prossimo, tecnici permettendo.