Adempimenti

Dichiarazione Iva, Assonime propone il rinvio al 30 giugno

Lo slittamento non risolve le incongruenze però dell’attuale modello. Sarebbe opportuno, vista la crisi, conteggiare come versati i pagamenti prorogati

Il credito Iva potenziale collegato ai versamenti sospesi dallo Stato per la pandemia ai contribuenti in difficoltà, inserito nella dichiarazione Iva di quest’anno, continua a far parlare di sé. Del tema si è occupata Assonime con la circolare 11 del 16 aprile 2021. L’Associazione, per aumentare il credito utilizzabile propone di far slittare il termine di presentazione della dichiarazione dal 30 aprile al 30 giugno. Questa proposta, se, da un lato, offre ai contribuenti di avere più tempo per versare le somme e di conseguenza ottenere un maggior credito spendibile, dall’altro, non risolve l’incoerente regola imposta dall’attuale funzionamento del modello dichiarativo.

In effetti, il beneficio della sospensione dei pagamenti trova evidenza in diversi quadri della dichiarazione Iva annuale: dal Quadro VA, in cui deve essere indicato l’importo dei versamenti che non sono stati effettuati alle scadenze previste per effetto delle suddette disposizioni agevolative, al Quadro VL, in cui va evidenziata l’eventuale Iva periodica non versata e il credito “potenziale” che si sarebbe generato qualora l’Iva periodica dovuta fosse stata interamente versata entro la data di presentazione della dichiarazione annuale.

In dettaglio, nel rigo VL41 emerge nel campo 1 l’imposta non versata e nel campo 2 l’importo del credito da dichiarazione annuale Iva cui il contribuente avrebbe avuto diritto se avesse effettuato durante l’anno tutti i versamenti Iva. Come evidenziato da Assonime e come confermato dal Mef con l’interrogazione parlamentare del 24 marzo, il modello di dichiarazione così non prevede alcuna distinzione fra i versamenti periodici legittimamente sospesi, per effetto di disposizioni normative dirette a fronteggiare l’emergenza da Covid-19, e quelli omessi, che costituiscono invece una violazione sanzionabile. Il credito Iva annuale resta quindi «bloccato» a seguito di omessi versamenti e il recupero avverrà solo nel periodo d’imposta in cui i versamenti saranno ripresi dopo la sospensione, mediante la compilazione del quadro VQ del modello Iva delle prossime annualità, vanificando così almeno in parte l’effetto positivo della sospensione dei pagamenti.

La proposta di Assonime, per recuperare in parte il credito Iva del 2020, è quella di prevedere una proroga della data di scadenza di presentazione della dichiarazione, per consentire ai contribuenti di poter eseguire i versamenti sospesi fino a tale nuova data. La cosa migliore resta, comunque, quella di consentire, come già proposto da queste stesse pagine (Il sole 24 ore del 7 aprile 2021), con un pronunciamento dell’Agenzia di conteggiare i pagamenti legittimamente sospesi, come versati e quindi liberare l’intero credito corrispondente.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©