Adempimenti

Dichiarazione Iva, cinque giorni lavorativi per rimediare allo scarto

Le ricevute dello stop e del successivo invio possono evitare contestazioni. La presentazione tardiva entro il 29 luglio «costa» 25 euro

di Giuseppe Morina e Tonino Morina

Venerdì 30 aprile è l’ultimo giorno per presentare la dichiarazione annuale Iva 2021, per l’anno 2020. Per la presentazione dei conti Iva del 2020, si usa il modello Iva 2021. La dichiarazione annuale Iva è presentata anche dai contribuenti che non hanno effettuato operazioni imponibili. Sono esonerati dall’obbligo di presentazione della dichiarazione i contribuenti che nell’anno solare precedente hanno registrato esclusivamente operazioni esenti dall’Iva, salvo che siano tenuti alle rettifiche delle detrazioni, nonché i contribuenti in regime forfettario nel 2020 o esonerati a seguito di specifiche disposizioni.

La dichiarazione si intende presentata nel giorno in cui il modello è trasmesso in via telematica all’agenzia delle Entrate, considerando tempestive le dichiarazioni presentate nei termini.

Per le dichiarazioni annuali Iva inviate “online” al Fisco, può capitare che, dopo l’invio, l’agenzia delle Entrate scarti il file per anomalie contenute nello stesso. L’invio si considera tempestivo se il file viene correttamente accettato dal sistema. Per verificare la tempestività delle dichiarazioni annuali Iva, si considerano tempestive le dichiarazioni presentate in via telematica entro i termini, ma scartate dal servizio telematico, a condizione che siano ripresentate entro i 5 giorni successivi alla data contenuta nella comunicazione di scarto dell’agenzia delle Entrate (in questo senso, si veda la circolare 195 del 24 settembre 1999). In questo caso, l’invio si considera comunque tempestivo se il file viene correttamente accettato dal sistema informativo dell’agenzia delle Entrate (risoluzione 5/E del 10 gennaio 2003). Perciò, in caso di scarto del file inviato, la regola è che è possibile rimediare, senza sanzioni, entro i 5 giorni “lavorativi” successivi, escludendo perciò il sabato, la domenica e le festività. Può essere il caso, ad esempio, di un file contenente il modello Iva 2021, per l’anno 2020, inviato il 30 aprile 2021, che viene scartato il 3 maggio 2021. Per il calcolo dei 5 giorni lavorativi successivi, si devono escludere sabato 8 e domenica 9 maggio. I cinque giorni successivi al 3 maggio 2021 scadono perciò lunedì 10 maggio 2021. Per evitare contestazioni, è opportuno conservare sia la comunicazione originale di “scarto”, sia la comunicazione successiva, che comprovano l’avvenuta presentazione nei termini.

L’omessa presentazione della dichiarazione è sanzionata dal 120% al 240% dell’ammontare dell’Iva dovuta, con un minimo di 250 euro. Se il contribuente ha effettuato solo operazioni che non richiedono il versamento dell’Iva, per l’omesso adempimento, è applicabile la sanzione fissa da 250 a 2mila euro. Anche la dichiarazione tardiva è punita con la sanzione fissa da 250 a 2mila euro se trasmessa entro 90 giorni. In caso di regolarizzazione entro il 29 luglio 2021 (90 giorni dalla scadenza dichiarativa), ci si può avvalere del ravvedimento, con il versamento della sanzione per omessa dichiarazione ridotta a 1/10 del minimo. La dichiarazione annuale presentata con ritardo non superiore a 90 giorni è sanabile con il pagamento di una sanzione di 25 euro (un decimo di 250 euro).

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