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Dichiarazione Iva correttiva per l’importo errato della fattura di marzo rilevato con nota di credito di luglio

A maggio 2020 viene emessa una fattura elettronica errata nell’importo dell’imponibile e di conseguenza sull’Iva. L’azienda fattura 4 milioni invece di 4mila euro. Non si accorge dell’errore e pertanto la stessa viene ricevuta dal sistema di interscambio, Sdi, e dal cliente. Il cliente, che riceve la fattura sbagliata, paga l’importo corretto del pro forma e si accorge dell’errore commesso dal fornitore a luglio 2020 e in tale data il fornitore emette una nota di credito a storno della fattura sbagliata, nonostante il consiglio di datare la nota di credito nello stesso trimestre della fattura. Il problema si crea perché la nota di credito viene inviata nel trimestre successivo e pertanto il debito Iva del secondo trimestre riporta un debito Iva milionario ed inesistente e questo dato viene riportato nel rigo VL30 - ammontare dell’Iva periodica dovuta. Si chiede un consiglio su come procedere con l’amministrazione finanziaria e non versare un importo Iva inesistente. V.V. – Roma

di Giuseppe Barbiero

La domanda

A maggio 2020 viene emessa una fattura elettronica errata nell’importo dell’imponibile e di conseguenza sull’Iva. L’azienda fattura 4 milioni invece di 4mila euro. Non si accorge dell’errore e pertanto la stessa viene ricevuta dal sistema di interscambio, Sdi, e dal cliente. Il cliente, che riceve la fattura sbagliata, paga l’importo corretto del pro forma e si accorge dell’errore commesso dal fornitore a luglio 2020 e in tale data il fornitore emette una nota di credito a storno della fattura sbagliata, nonostante il consiglio di datare la nota di credito nello stesso trimestre della fattura. Il problema si crea perché la nota di credito viene inviata nel trimestre successivo e pertanto il debito Iva del secondo trimestre riporta un debito Iva milionario ed inesistente e questo dato viene riportato nel rigo VL30 - ammontare dell’Iva periodica dovuta. Si chiede un consiglio su come procedere con l’amministrazione finanziaria e non versare un importo Iva inesistente.
V.V. – Roma

Poiché è da presumere che la correzione del debito Iva emergente dalla liquidazione del secondo trimestre 2020 non sia stata eseguita con la dichiarazione Iva 2021 entro il 30 aprile 2021, mediante compilazione del quadro VH con tutti i dati richiesti dal modello VP del secondo trimestre 2020, compresi quelli non oggetto di correzione, occorrerà effettuare tali adempimenti mediante presentazione di una dichiarazione Iva correttiva/integrativa, versando mediante modello F24 la sanzione da 200 a 2mila euro per la suindicata erronea liquidazione periodica (articolo 11, comma 2 ter, del Dlgs 471/1997) ed analoga sanzione per violazione dell’obbligo di dichiarare l’errore nella dichiarazione 2021 (articolo 5, comma 3, del decreto legislativo 471/1997); sanzioni riducibili entrambe nel minimo, utilizzando il ravvedimento di cui all’articolo 13 del decreto legislativo 472/1997 (risoluzione 104/E/2017).

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