Adempimenti

Dichiarazioni 2024, il nuovo quadro W spinge i 730 gestiti dai Caf

Secondo la Consulta nazionale, i modelli 2024 trasmessi dai centri di assistenza fiscale sono stati 17,5 milioni (+3,5% rispetto al 2023). Aumento favorito dagli investimenti all’estero

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di Dario Aquaro

La campagna dichiarativa del 730/2024 si chiude con nuovi record per i centri di assistenza fiscale. Secondo i dati rilanciati dalla Consulta nazionale dei Caf, quest’anno i centri hanno trasmesso circa 17,5 milioni di modelli 730, in aumento (+3,5%) rispetto ai quasi 16,9 milioni registrati nel 2023. A servirsi del canale precompilato, invece, sono state oltre 4,8 milioni di persone: quasi 500mila in più dell’anno scorso quando – in base ai dati dell’Agenzia delle Entrate aggiornati al 30 settembre – gli invii delle dichiarazioni preparate dal Fisco avevano superato di poco i 4,3 milioni.

Sono numeri che confermano le anticipazioni pubblicate dal Sole 24 Ore di Lunedì 30 settembre: la generale crescita dei modelli 730, osservata anche negli anni scorsi in relazione a un calo dei modelli Redditi Pf e dei contribuenti che si fanno bastare la certificazione unica. Ma anche la corsa delle dichiarazioni fai-da-te, che non sarà certo infinita ma che quest’anno segna un altro progresso: +11,3 per cento.

Dal punto di vista degli intermediari, la lettura è chiara: l’80% dei contribuenti continua ad aver fiducia nei Caf e nell’efficienza dei servizi offerti. E l’aumento registrato quest’anno – afferma il presidente della Consulta nazionale dei Caf, Giovanni Angileri – «dimostra l’importanza del nostro ruolo nel supportare milioni di cittadini nella gestione delle loro dichiarazioni e nella consulenza che possiamo offrire nel trovare le soluzioni migliori per le loro esigenze fiscali».

La spinta dall’estero

Nel 2024 la platea potenziale del 730 si è ulteriormente allargata, grazie alla possibilità di dichiarare informazioni che prima dovevano per forza transitare dal modello Redditi PF. Pensiamo ai redditi di capitale di fonte estera, soggetti a imposta sostitutiva; o agli obblighi relativi agli investimenti all’estero e alle attività estere di natura finanziaria, per cui vanno determinate Ivafe, Ivie e imposte sulle cripto-attività. Dati che confluiscono nel nuovo quadro W.

Chi lavora o investe fuori dall’Italia ha potuto quindi seguire procedure più snelle nella dichiarazione, e ciò ha dato certo una spinta ai 730 gestiti dagli intermediari. «Abbiamo visto una crescita nel numero di cittadini che si sono rivolti ai Caf per la gestione di patrimoni esteri: le nuove normative – sottolinea Angileri – hanno favorito una maggiore conformità fiscale».

In questo scenario, anche per i centri di assistenza fiscale resta fondamentale l’aiuto della precompilata. Anzi. Il modello predisposto dall’Agenzia viene oggi scaricato dai Caf per il 90% delle dichiarazioni effettuate, «in modo da avere un confronto massivo tra i documenti consegnati dai cittadini e quelli presenti nel portale dell’agenzia delle entrate. Questo – spiega ancora Angileri – fa aumentare la qualità del servizio offerto dai nostri Caf, diminuire il margine di errore e di conseguenza i contenziosi tra le persone e l’Agenzia stessa».

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