Imposte

Dl proroghe, sul tavolo altro stop alle cartelle

Nel «milleproroghe di primavera» si fa strada un nuovo rinvio per le notifiche di oltre 35 milioni di cartelle fiscali

di Marco Mobili e Gianni Trovati

Arriva martedì 27 aprile sul tavolo del preconsiglio dei ministri un decreto proroghe di primavera, dettato anche dall’allungamento dei tempi di costruzione del «Sostegni-bis» che arriverebbe troppo tardi per intervenire su una serie di scadenze del 30 aprile.

Il provvedimento è in corso di costruzione in queste ore, in vista del prossimo consiglio dei ministri, e potrebbe imbarcare un nuovo rinvio per le notifiche degli oltre 35 milioni di cartelle fiscali congelate dalle norme emergenziali. Il dossier sarà al centro delle riunioni di questa mattina, perché il capitolo fiscale moltiplicherebbe il costo del provvedimento. Alla fine del mese, oltre allo stop alle cartelle, scadono i termini per il pagamento del Preu da parte dei concessionari dei giochi; e a preoccupare le imprese è soprattutto il primo acconto Irap, che è stato cancellato l’anno scorso dal decreto di maggio ma tornerebbe dovuto per le aziende che hanno superato i tetti comunitari negli aiuti di Stato.

Più definiti gli altri contenuti del provvedimento, che non presentano problemi di copertura finanziaria. Tra questi c’è lo slittamento a fine anno il regime temporaneo per l’esercizio del Golden Power con cui il governo può intervenire per tutelare gli assetti proprietari delle società nei settori di interesse nazionale; questo termine era stato prorogato al 30 giugno dal decreto Ristori-bis dell’ottobre scorso.

Ricco l’elenco di interventi sulla Pubblica amministrazione. Prima di tutto è previsto il rinvio al 30 settembre delle norme emergenziali che consentono lo Smart Working nella Pubblica amministrazione senza l’obbligo di passare dal preventivo accordo individuale. Nelle bozze circolate ieri la nuova disciplina comincia anche a gettare le basi per l’assetto strutturale del lavoro pubblico agile. Fra queste, l’addio alle soglie minime previste dall’articolo 263 del decreto Rilancio dell’anno scorso (Dl 34/2020) in favore di una disciplina più flessibile che rimanda alla contrattazione le decisioni organizzative da assumere nelle diverse Pa. In questo modo, sottolinea la relazione illustrativa, non si determina automaticamente un obbligo di massa per il ritorno al lavoro in presenza: rimane assicurata l’autonomia di ogni amministrazione e la possibilità di organizzarsi nel rispetto delle misure per il contenimento della pandemia.

Un altro gruppo di rinvii riguarda la validità di carte d’identità e documenti di riconoscimento scaduti dal 31 gennaio 2020; i loro tempi supplementari dettati dall’esigenza di non ingolfare gli uffici pubblici vengono allungati fino al 30 settembre. Si allungano poi anche i termini per l’esame di guida, che può essere svolto entro un anno (anziché entro sei mesi) dalla presentazione della domanda.

Cambia poi il calendario contabile degli enti locali. Comuni, Città e Province avranno un mese in più, fino al 31 maggio, per chiudere i bilanci preventivi, con le delibere tributarie (tranne la Tari che scade il 30 giugno) e i consuntivi 2020, in modo da avere il tempo di gestire le cifre dei fondi emergenziali diffuse nelle scorse settimane dal governo. Confermata poi anche quest’anno la norma che consente alle Camere di commercio di approvare i consuntivi entro il 30 giugno.

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