Dogane, automonitoraggio per gli operatori certificati
Nuova determinazione del direttore dell’Agenzia. Uniformati i protocolli di rilascio delle autorizzazioni
Procedimenti amministrativi uniformati per le autorizzazioni Aeo (Authorized Economic Operator) e oneri di autovalutazione annuale per gli operatori qualificati affidabili dall’autorità doganale. Sono queste le grandi novità introdotte da una determinazione direttoriale dell’Agenzia Dogane Monopoli in corso di pubblicazione, la quale ritorna con forza sul tema Aeo che si conferma centrale e decisivo non solo per l’operatività ordinaria delle imprese, ma anche per fronteggiare l’attuale emergenza sanitaria.
Il provvedimento si mostra dunque attualissimo e, di principio, più che mai opportuno, sviluppandosi su due direttrici di intervento prioritarie.
Anzitutto, con la direttoriale in commento l’Agenzia affronta una delle criticità più rilevanti che, negli anni, si sono registrate in materia di audit per l’ottenimento dell’autorizzazione Aeo. In effetti, le attività di controllo svolte a livello territoriale sono fisiologicamente variabili, o almeno possono esserlo, specialmente su alcuni aspetti di dettaglio decisivi. Può infatti registrarsi pressione variabile sui test dei processi di tracciabilità, sulle procedure doganali, sulla contrattualistica o sugli standard security.
Quanto precede è dovuto anche a causa del fatto che le linee guida Aeo della Commissione europea, pur dettagliate, da sempre prediligono un approccio di processo assolutamente fondamentale, al contempo, però, omettendo precisazioni di dettaglio sui temi fondamentali di puro diritto doganale che invece, in audit, sono quelli che naturalmente vengono attenzionati con maggiore precisione. Questo avviene, ad esempio, in materia di classificazione, valore origine delle merci, gestione degli archivi digitali, dei mandati o delle procure allo sdoganamento, in un’ottica di generale variabilità che ora la Dogana tenta di uniformare con riferimento sia alle attività di audit per il rilascio dell’Aeo, sia a quelle del suo riesame.
Nella nuova determinazione, dunque, si dà notizia che sono stati varati dei protocolli ad uso interno degli auditors, affinché questi seguano una puntuale traccia di audit. Si può ipotizzare un sistema di griglia o di domande e risposte che, dunque, è in grado di irregimentare i procedimenti amministrativi relativi all’autorizzazione.
Sul punto, visto che i profili di audit Aeo non attengono temi di verifica o addirittura antifrode, si potrebbe ritenere utile che l’Agenzia condividesse queste tracce di audit così da preparare l’impresa e permetterle di sostenere l’audit in piena consapevolezza, oltre alle linee guida Aeo ed ai temi del generale questionario di autovalutazione.
La seconda grande novità, anche questa in effetti molto utile, sta nel varo di un apposito modulo di automonitoraggio fornito dalle Dogane agli operatori certificati. Nel modulo sono dettagliate una serie di rilevanti informazioni che i soggetti certificati devono valutare con cadenza annuale, per comunicare agli Uffici eventuali cambiamenti rilevanti ai fini Aeo.
Il modulo deve essere dunque inviato entro il 31 luglio di ogni anno, così da consentire a coordinatori Aeo un monitoraggio completo e puntuale, in coerenza con il dato normativo previsto dalla disciplina Ue. In effetti, l’obbligo di automonitoraggio è già previsto dall’articolo 23 del Codice doganale, ma è stato eseguito in forma variabile e, per la verità, spesso con poca attenzione da parte degli operatori.
In realtà, un punto chiave per l’Aeo non è tanto e solo il raggiungimento dello status, ma il suo mantenimento consapevole, che passa anche dall’attenzione che il referente Aeo deve porre a tutti gli aspetti rilevanti della vita dell’impresa, che naturalmente variano nel tempo.
Il tutto è da inquadrare, poi, nel più ampio tema del rilancio della figura del soggetto certificato, ormai davvero imprescindibile per gli operatori economici, come del resto ha dimostrato anche questo periodo di emergenza sanitaria dove le semplificazioni individuate dall’Ue naturalmente potevano essere attivate dai soggetti certificati.