Adempimenti

Domanda di assegno unico senza Isee: invio possibile, ma conguagli penalizzati

La corsa all’invio negli ultimi giorni di febbraio può spingere le istanze prive di Dsu. Una possibilità ammessa dalla circolare Inps ma non priva di conseguenze

di Michela Finizio

L’assegno unico per i figli, in quanto universale, viene riconosciuto anche a chi non ha una dichiarazione Isee in corso di validità, seppur nel suo importo minimo. Per presentare domanda, quindi, non è obbligatorio calcolare l’Isee 2022 del nucleo familiare, lo ha ricordato anche la circolare Inps n. 23 del 9 febbraio scorso (vedi l’articolo «I chiarimenti dell’Inps per il debutto dell’assegno per i figli»). E resta comunque possibile richiederlo in un secondo momento, dopo aver fatto domanda per l’assegno unico. Con il vantaggio che intanto - se l’istanza per l’assegno viene inviata entro fine febbraio - dal mese marzo si riceverà la quota minima e poi, a conguaglio, gli eventuali importi aggiuntivi, ricalcolati in base al valore dell’indicatore.

Non presentare l’Isee subito, però, potrebbe comportare qualche rischio, legato alle tempistiche dei conguagli, cui è bene prestare attenzione.

Il «fattore tempo» spinge le domande senza Isee

Entro fine febbraio è necessario fare domanda per poter ricevere l’assegno unico a partire da marzo, quando contestualmente verranno eliminati dalla busta paga gli importi delle detrazioni fiscali per i figli a carico e gli assegni al nucleo familiare (vedi l’articolo «Irpef 2022 con staffetta tra assegno unico e detrazioni per figli a carico»). Solo così non si rischia di perdere liquidità - anche solo temporaneamente - in un momento in cui i budget familiari sono già messi sotto stress dai rincari. Il «fattore tempo», dunque, potrebbe diventare rilevante.

In questo contesto la raccolta della documentazione necessaria per compilare la Dsu (Dichiarazione sostitutiva unica) da inviare per elaborare l’Isee, sia tramite procedura precompilata online sia presso un patronato, potrebbe richiedere tempo: le informazioni reddituali e patrimoniali necessarie sono numerose e potrebbe non essere immediato recuperarle, soprattutto per le famiglie che finora non hanno mai elaborato l’Isee. Questo strumento, infatti, finora veniva utilizzato solo per certe prestazioni sociali, mentre l’assegno unico lo estende potenzialmente alla totalità delle famiglie con figli ed anche a professionisti e lavoratori autonomi che non venivano raggiunti dai vecchi assegni al nucleo familiare (se non da quello “temporaneo” introdotto a luglio 2021, come misura ponte in attesa dell’assegno unico). Senza contare nella Dsu vanno inseriti anche tutti i dati patrimoniali (mobiliari e immobiliari) dei membri del nucleo familiare e non tutti sono abituati, o disposti, a dichiararli.

Non stupisce, quindi, rilevare che la maggior parte delle domande presentate finora all’Inps sia arrivato online, tramite istanza fai-da-te (1,15 milioni su 1,75 milioni, in base ai dati Inps aggiornati al 15 febbraio): questo fa temere il fatto che molte istanze siano state inviate dalle famiglie anche senza presentare l’Isee. Per questo è importante capire quali sono i rischi e le conseguenze.

La quota minima e gli importi spettanti

Le famiglie che presenteranno domanda per l’assegno unico senza Isee avranno diritto all’importo minimo dell’assegno, 50 euro a figlio. Lo stesso che viene destinato ha un Isee superiore a 40mila euro. Eppure molte famiglie, magari, potrebbero ambire a importi maggiori.

Infatti, i meccanismi di calcolo dell’Isee, se da un lato per la prima volta includono gli aspetti patrimoniali, dall’altro consentono di abbattere gli importi strettamente reddituali attraverso la scala di equivalenza legata al numero di componenti del nucleo familiare e le eventuali deduzioni legate al mutuo o all’affitto. Tanto che potrebbe non essere scontato avere un indicatore oltre soglia (vedi l’articolo «Assegno unico al posto delle detrazioni: l'Isee decisivo nel taglio del beneficio»).

Chi presenta l’Isee entro fine febbraio

Anche se la domanda per l’assegno unico viene presentata senza Isee, quest’ultimo può comunque essere elaborato entro fine febbraio senza grandi conseguenze. Non è necessario, infatti, allegare l’Isee alla domanda, poichè sarà l’Inps a leggere i dati reperendoli dalle banche dati attraverso il codice fiscale del minore per cui si richiede il beneficio. Se poi l’Isee 2022 viene elaborato per tempo, già a partire dalle prime erogazioni di marzo gli importi spettanti saranno calcolati in forma piena. L’importo mensile spettante, insomma, è determinato tenuto conto dell’Isee presente al momento.

Importi a conguaglio per chi presenta l’Isee in ritardo

Come chiarito dalla circolare Inps n.23 del 9 febbraio scorso, però, l’importo mensile spettante - determinato in base all’IseeE presente al momento della domanda - resta «fisso fisso per tutte le rate», cioè per tutte le 12 mensilità fino a febbraio dell’anno successivo. L’eventuale conguaglio «verrà effettuato generalmente nelle mensilità di gennaio e febbraio di ogni anno successivo» e, solo a quel punto, si farà riferimento all’Isee in corso di validità al 31 dicembre dell’anno precedente.

Con due modalità differenti di conguaglio a seconda che l’Isee sia stato calcolato comunque entro giugno oppure successivamente. Basta fare alcuni esempi per capire.

● Se l’Isee non viene elaborato entro la fine di febbraio, ma comunque e ntro la fine di giugno, gli importi erogati da marzo saranno quelli base (cioè la quota minima per ciascun figlio) e scatterà l’eventuale conguaglio a gennaio 2023: gli importi aggiuntivi spettanti (o quelli eventualmente da restituire) in base all’Isee elaborato entro giugno verranno ricalcolati e riconosciuti a partire dal mese di marzo.

● Se, invece, l’Isee viene presentato dopo il 30 giugno, il ricalcolo dell’assegno unico scatterà solamente a partire dalla mensilità in cui è stato presentato l’indicatore.

Calcoli aggiornati a gennaio 2023 per le variazioni

Resta obbligatorio, in ogni caso, comunicare durante l’anno eventuali variazioni del nucleo familiare aggiornando la Dsu ai fini Isee. Anche in questo caso, l’erogazione (o restituzione) degli eventuali importi ricalcolati in base all’indicatore aggiornato potrebbe però farsi attendere fino all’inizio dell’anno successivo (la circolare Inps n.23 del 9 febbraio scorso fissa i conguagli a gennaio - febbraio).

L’Isee difforme non farà decadere l’assegno

La domanda, si legge ancora nella circolare, «viene istruita e liquidata sulla base dell’Isee in corso di validità, ancorché recante omissioni o difformità». Con queste parole l'Inps, che effettua controlli durante tutto l’anno, fa sapere le erogazioni scatteranno lo stesso anche se l’Isee torna indietro con qualche difformità sui dati reddituali o patrimoniali. Nel frattempo entro fine anno l’utente, avvisato dall’istituto delle difformità esistenti, è tenuto a regolarizzare la Dsu. Qualora ciò non dovesse avvenire, si procederà al recupero dell’importo eccedente l'eventuale quota minima, che sarebbe invece spettata in assenza di Isee.

In ogni caso, per sanare la difformità, l’Inps potrà richiedere al cittadino idonea documentazione oppure si potrà presentare una nuova pratica Isee, priva di difformità, o richiederne al Caf la rettifica con effetto retroattivo se quest'ultimo ha commesso un errore materiale nell'inviarla. Ricordiamo che è anche facoltà dell’istituto segnalare eventuali difformità rilevanti alla guardia di Finanza.

Maggiorazione compensativa a rischio

Nella domanda per l’assegno unico, infine, è necessario dichiarare di essere consapevoli che, per avere la maggiorazione compensativa ex articolo 5 del Dlgs 230/2021, è necessario avere un Isee sotto i 25mila euro e aver percepito gli assegni al nucleo familiare l’anno precedente. Vien da se che chi, al momento della domanda, non è in possesso dell’Isee non può saperlo e di conseguenza non selezionare questa opzione. Non è ancora chiaro, però, cosa succede se l’Isee presentato in un secondo momento dovesse risultare idoneo.

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