Professione

Doppio avviso d’infrazione

di Alessandro Galimberti

L’Italia finisce due volte nel bollettino del “Pacchetto infrazioni” dell’Unione europea per mancato allineamento delle norme fiscali nazionali alla direttive comunitarie. Il doppio “monito”, che assegna comunque 60 giorni per iniziare gli interventi correttivi, riguarda un aspetto procedurale importante – sul mancato contraddittorio nelle controversie fiscali – e una tassa sui carburanti ritenuta eccedente rispetto ai paletti Ue.

Sul primo versante, insieme all’Italia nel mirino della Commissione per il mancato recepimento delle norme relative ai meccanismi di risoluzione delle controversie fiscali ci sono anche Cipro, Repubblica Ceca, Germania, Grecia, Lussemburgo e Spagna.

La contestazione della Commissione è di non aver comunicato entro il 30 giugno 2019 le misure nazionali di recepimento relative ai meccanismi di risoluzione delle controversie fiscali nell’Unione europea indicate nella direttiva 2017/1852 del Consiglio. Ora per tutti gli Stati in mora scattano i due mesi per attivarsi nel senso richiesto, in mancanza la Commissione potrà decidere di deferire la questione alla Corte di giustizia dell’Unione. Nel frattempo il procedimento di infrazione sul tema già avviato nei confronti della Lituania è stato archiviato, poiché il paese baltico ha ora adempiuto ai propri obblighi in materia.

L’altro richiamo in materia fiscale della Commissione al governo di Roma riguarda l’allineamento al diritto dell’Ue delle norme relative all’imposta regionale sulla benzina per autotrazione

La Commissione ha deciso anche qui di inviare all’Italia un «parere motivato» per aver riscosso, a livello regionale, l’imposta regionale sulla benzina per autotrazione (Irba) oltre all’accisa già percepita in virtù della normativa dell’Ue.

Secondo la direttiva 2008/118/CE del Consiglio, gli Stati membri possono prelevare altre imposte indirette sui prodotti sottoposti ad accisa, purché siano rispettate due condizioni: l’imposta è riscossa per fini specifici ed è conforme alla normativa dell’Unione in materia di accise o di imposta sul valore aggiunto. La Commissione ritiene che, nel caso dell’Irba, questi requisiti non siano soddisfatti. Se l’Italia non si attiverà entro due mesi, la Commissione potrà deferire la questione alla Corte di giustizia dell’Ue.

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