Diritto

Crisi d’impresa, dottori commercialisti critici sull’Albo gestori

di Giovanni Negri

Non convince i dottori commercialisti la posizione presa dal ministero della Giustizia sui requisiti per l’iscrizione all’Albo dei gestori della crisi. E così il presidente del consiglio nazionale della categoria, Elbano de Nuccio, ha scritto al ministro della Giustizia Carlo Nordio, al sottosegretario con delega alle professioni Francesco Paolo Sisto e ai vertici di via Arenula, sottolineando le non poche criticità e sollecitando correzioni immediate.

Nel mirino, in particolare, l’interpretazione letterale del Codice della crisi fatta dalla nota del ministero del 19 gennaio che arriva a conclusioni «irragionevoli e di dubbia tenuta costituzionale» nella parte in cui “uniforma” i criteri di accesso all’albo di tutti i soggetti previsti nell’articolo 358 del Codidce della crisi, senza distinguere tra i professionisti, che esercitano la propria attività professionale dopo il superamento di un tirocinio, di un esame di Stato, e assolvendo all’obbligo giuridico di formazione specialistica continua e quanti, non necessariamente professionisti, invece, possono non essere in possesso di una laurea e di una successiva formazione specialistica e pertanto possono non aver svolto alcun tirocinio professionale in funzione dello svolgimento della propria attività di lavoro autonomo

Soggetti inoltre che possono non essere iscritti in un albo vigilato dagli ordini professionali che sono enti pubblici a loro volta vigilati dal ministero della giustizia e non essere soggetti alle regole deontologiche previste per i professionisti. Potrebbero poi non aver stipulato idonea copertura assicurativa professionale per eventuali danni e non essere in possesso di esperienza specifica e competenze tecniche sulla crisi di impresa certificate da una legge dello Stato.

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