Professione

Equo compenso, il rimborso spese riaccende lo scontro

La questione è emersa nella Commisisone bilaterale sulle banche

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di Federica Micardi

L'equo compenso per i professionisti torna a far parlare di se. La questione è nata nella Commissione bicamerale d'inchiesta sulle banche per il trattamento previsto per i collaboratori esterni, ai quali verrebbe riconosciuto solo un rimborso spese. A sollevare il tema è stato il senatore di FdI Andrea de Bertoldi e ieri è arrivata, via Facebook la risposta del presidente della commissione Carla Ruocco, che parla di strumentalizzazione.
Ma andiamo con ordine: de Bertoldi in commissione martedì ha “fermato il voto”e chiesto di correggere il regolamento e di riconoscere un equo compenso ai professionisti. «Ho depositato solo una settimana fa un disegno di legge per rafforzare l'equo compenso – spiega - non posso certo avallare un regolamento che prevede consulenze a titolo gratuito. La questione è politica - aggiunge - se il Parlamento adotta simili comportamenti, a cascata lo faranno tutte le pubbliche amministrazioni».
La presidente della Commissione banche Carla Ruocco ha affidato a Facebook la propria versione dei fatti, ha chiarito di aver rinunciato al compenso di carica per non gravare sui costi della Commissione e spiegato che non si tratta di incarichi professionali ma di «forme di collaborazione che servono alla Commissione per lavorare ad approfondire tutti i dossier» la cui concessione è volontaria. Delle consultazioni quindi, e non delle consulenze. Per la Ruocco parlare di equo compenso in questo frangente è strumentale, e comunque sul tema di riconoscere un rimborso spese dovrà decidere tutta la commissione e non è una decisione che spetta al presidente, «come erroneamente è stato detto».
Massimo Bitonci (Lega) membro della Commissione sulle banche aggiunge : «Sono un dottore commercialista e so quanto è importante l'equo compenso per i professionisti, in questo caso c'è stato un fraintendimento, perché non si parla di incarichi professionali o di richiesta di consulenze gratuite ma di invitare persone, e non necessariamente professionisti, che danno la loro libera diponibilità per venire in Commissione a spiegare quanto loro sanno, come accade normalmente nelle commissioni parlamentari». Per Bitonci parlare di equo compenso in questo caso è fuorviante «dobbiamo pensare ai a migliaia di risparmiatori che hanno perso tutto e ad affrontare temi delicati» .
Fraintendimenti o meno, l'idea che il Parlamento non rispetti i professionisti e non riconosca loro un equo compenso ha suscitato l'immediata reazione di tutti coloro che fino ad oggi hanno portato avanti questa battaglia. In primis la deputata del Pd Chiara Gribaudo che ieri ha preso carta e penna e scritto alla presidente della Commissione Ruocco per chiedere chiarimenti in merito alla possibilità che i consulenti della commissione non vengano pagati, ma solo rimborsati per il loro lavoro. «Non può essere proprio il Parlamento a dare il cattivo esempio su una battaglia in cui migliaia di professionisti si spendono da anni, per la dignità del loro lavoro» afferma Gribaudo, che aggiunge: «Credo che la credibilità dei delicati lavori della Commissione sarebbe compromessa, se ai professionisti coinvolti si potesse imputare la scarsa indipendenza e imparzialità derivante dalla disponibilità a svolgere un lavoro così delicato senza riceverne remunerazione».
Non si è fatta attendere la dura presa di posizione del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili, per il vice presidente Giorgio Luchetta «l'ipotesi che i collaboratori esterni della Commissione parlamentare bicamerale d'inchiesta sul sistema bancario possano rendere le loro prestazioni a titolo gratuito è molto grave, perché sintomatica di un atteggiamento della politica ancora a volte ondivago sul tema dell'equo compenso. Bene ha fatto l'onorevole de Bertoldi a porre la questione, cosi come è un bene che sia slittata l'approvazione del Regolamento che prevede questa misura. Sarebbe paradossale che fosse lo stesso legislatore ad ignorare le norme sull'equo compenso da lui stesso introdotte».
Condanna anche da parte dei sindacati di categoria, i presidenti di Adc Maria Pia Nucera e di Anc Marco Cuchel hanno così commentato: «La questione, lesiva non solo del principio dell'equo compenso, ma anche della dignità personale dei lavoratori professionisti, ci lascia sconcertati. Da una parte il legislatore pare voler sancire il principio dell'adeguata remunerazione delle prestazioni dei professionisti, dall'altra è lo stesso legislatore a dare prova di ignorare nel modo più assoluto le norme sull'equo compenso, dimenticando l'importanza di dover agire per garantire ai professionisti la giusta retribuzione del loro lavoro».
Ruocco nel suo video Facebook sostiene che l'equo compenso, tema importante e da monitorare, riguarda i contratti relativi a incarichi professionali “tra privati”. In realtà la legge sull'equo compenso riguarda anche la pubblica amministrazione, ovviamente quando dà un incarico a un professionista.

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