Controlli e liti

Errori formali, si lavora alla correzione senza sanzioni fino all’inizio dei controlli

Emendamento al Dl semplificazioni o norma nel Dl agosto. Iniziativa del sottosegretario al Mef Villarosa: ripristinare la volontà dello Statuto

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di Marco Mobili e Giovanni Parente

Tornare allo spirito iniziale dello Statuto del contribuente che ha appena compiuto 20 anni. In questa direzione va l’idea di rendere le violazioni formali in campo fiscale autonomamente correggibili senza sanzioni e interessi dai contribuenti a patto che non siano ancora iniziate attività di controllo dell’amministrazione finanziaria. È il progetto a cui lavora il sottosegretario al ministero dfell’Economia, Alessio Villarosa (M5S), da trasformare in un emendamento al Dl semplificazioni - ora all’esame del Senato in prima lettura - o come norma da inserire nel primo veicolo normativo utile, magari addirittura il decreto agosto. «L’alleggerimento del sistema delle violazioni formali è un obiettivo che mi sono posto» anticipa Villarosa al Sole 24 Ore. Il problema è che sono rimaste sulla carta sia la non sanzionabilità delle mere violazioni formali senza alcun debito d’imposta prevista dallo Statuto del contribuente (come sottolineato anche nell’articolo di Dario Deotto), sia la non punibilità delle violazioni che non arrecano pregiudizio all’esercizio delle azioni di controllo e non incidono sulla determinazione della base imponibile, dell’imposta e sul versamento del tributo (articolo 6, comma 5-bis, del Dlgs 472/1997). E proprio l’introduzione di quest’ultima norma ha comportato nel 2001 l’eliminazione della chance di ravvedere entro tre mesi le violazioni formali, senza applicazione di alcuna sanzione. Esiste uno «stretto legame - fa notare Villarosa - tra la disposizione abrogata, quella del ravvedimento operoso nei tre mesi per le violazioni formali, e la previsione della non sanzionabilità delle violazioni meramente formali. In sostanza, il principio che si ricava è che si debbano considerare violazioni meramente formali tutte quelle violazioni – di base - formali che vengono regolarizzate spontaneamente dal contribuente».

L’obiettivo del sottosegretario al Mef è, dunque, «ripristinare la voluntas legis del 2001 e dello Statuto del contribuente, anche nell’ottica di una migliore compliance, prevedendo la non sanzionabilità delle violazioni che non incidono nella determinazione dell’imponibile e/o sul versamento del tributo se la regolarizzazione effettuata da parte del contribuente interviene prima che la violazione sia stata constatata e comunque non siano iniziati accessi, ispezioni, verifiche o altre attività amministrative di accertamento».

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