Imposte

Extraprofitti saliti a 43,4 miliardi, 3,6 in più rispetto ai conti di marzo

A giugno acconto da 4,3 miliardi. Gli altri 6,5 alla cassa entro fine novembre

di Marco Mobili e Gianni Trovati

Con il decreto Aiuti bollinato (Dl 50/2022) dal Mef per la «Gazzetta Ufficiale» il contributo straordinario sugli extraprofitti si ingigantisce e si sdoppia: le società dell’energia saranno chiamate entro giugno a versare un acconto del 40%, in pratica misurato sulla prima versione dell’una tantum istituita a marzo, ma dovranno tornare alla cassa a novembre per versare l’altro 60% in un calendario fiscale d’autunno che si infittisce ancora. Negli stessi giorni, infatti, le imprese dovranno pagare anche l’acconto di Ires e Irap, in scadenza sempre a fine novembre.

Ma i nuovi conti elaborati dal governo per calcolare la seconda puntata dell’una tantum fanno crescere anche la base imponibile, rappresentata sempre dai saldi Iva. Rispetto alla versione di marzo, infatti, l’orizzonte su cui va calcolato l’aumento dell’imponibile Iva che il governo identifica negli «extraprofitti» cresce di un mese, mettendo a confronto il periodo 1° ottobre 2021- 30 aprile 2022 con lo stesso arco temporale di 12 mesi prima. Questa scelta, oltre a imporre alle imprese un ricalcolo integrale della tassa, fa aumentare anche i conti: perché nel nuovo impianto la base imponibile si attesta a 43,4 miliardi di euro, contro i 39,8 di marzo. In pratica, dunque, l’acconto nelle speranze del ministero dell’Economia dovrebbe portare in cassa 4,3 miliardi, mentre il saldo di novembre ne prometterebbe altri 6,5. Totale: 10,8 miliardi.

Il tassello aggiuntivo del 15% che porta l’aliquota totale al 25% è stato costruito con l’obiettivo esplicito di finanziare il bonus anti-inflazione da 200 euro, anch’esso una tantum, che nella sua struttura definitiva dovrebbe arrivare a 31,5 milioni di persone. Con un costo totale da 6,3 miliardi.

Anche questo mini-bonus è cresciuto nei 15 giorni che hanno separato il primo via libera in consiglio dei ministri dall’ultima approvazione; ma solo in termini di platea. Sulla giostra dell’aiuto sono entrati infatti anche i nuclei famigliari titolari di reddito di cittadinanza, che la relazione tecnica del governo calcola in 970mila. Insieme a loro si sono aggregati anche i lavoratori stagionali, 300mila secondo il censimento del Mef.

La novità, come segnalato sul Sole 24 Ore di sabato, ha portato a tagliare l’aiuto ipotizzato all’inizio per i lavoratori autonomi. Per loro la soglia di reddito non è fissata in 35mila euro come per dipendenti e pensionati, e nemmeno è indicato il valore dell’aiuto a 200 euro. A decidere le due misure sarà un decreto attuativo che però dovrà fare i conti con un finanziamento ridotto: nell’ultimo testo, la copertura è salita da 400 a 500 milioni, con un aumento che può però solo attenuare le differenze rispetto al trattamento previsto per tutte le altre categorie interessate dal bonus, a partire da dipendenti e pensionati che assorbono 5,4 miliardi.

Il problema promette però di finire al centro della discussione in Parlamento. «Gli autonomi non sono figli di un Dio minore - hanno voluto sottolineare in una nota i parlamentari Cinque Stelle di Camera e Senato», chiedendo che anche le partite Iva siano «tutelate in egual misura»; con un’identità di trattamento chiesta nei giorni scorsi anche da Confcommercio. Per passare dai princìpi ai fatti, però, serviranno le coperture.

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