Imposte

Fair taxation e tax morale chiedono più armonia ai (troppi) sistemi fiscali

di Alessandro Galimberti

Il cammino per una fair taxation - intesa come equità di impatto sul contribuente, anche in prospettiva sovranazionale - è iniziato, ma senz’altro serve un’ implementazione legislativa e regolamentare per arrivare alla tax morale, adempimento gioioso e spontaneo (e per alcuni anche chimerico).

La due giorni di convegni promossa da AntiYoung Lombardia in collaborazione con Iuya (international young accountants) e Unione giovani commercialisti di Milano, iniziata ieri a Palazzo Lombardia, porta a confronto l’amministrazione fiscale italiana tra fli altri con istituzioni europee (Juliane Kokott, Avvocato generale Ue), con giudici costituzionali (Luca Antonini e Roberto Conti) e con i tax payers di importanti multinazionali oltra a un nutrito gruppo di accademici e professionisti. Dopo il breve kick-off ai lavori di istituzioni e amministrazioni nazionali(Daniele Pesco,presidente Commissione Bilancio del Senato, Davide Caparini, assessore bilancio Lombardia e Roberto Tasca, omologo di Milano: interessante confronto sulla peculiarità lombarda e milanese anche in materia di tax) il tema tecnico si è incentrato sul bilanciamento dei diritti contribuente-vs-amministrazione (da leggere in prospettiva costituzionale) e quindi sulla difficile ma sempre più necessaria armonizzazione fiscale e contabile, per evitare che il country by country degli adempimenti si trasformi in una disclosure totale, e per certi versi insensata, dei bilanci delle multinazionali. Molto più efficace, in questo contesto, sarebbe focalizzarsi sugli accordi preventivi, fonte di certezza e, sull’altro versante, di gettito.

E a proposito di modernizzazione del sistema, non è detto che la digitalizzazione sia sempre sinonimo di trasparenza e di semplificazione: «Troppo spesso - ha detto la presidente dei commercialisti milanesi, Marcella Caradonna - la si confonde con la disintermediazione, o peggio ancora con un’indiscriminata liberalizzazione dei servizi professionali. Invece la complessità del sistema esige che il ruolo del commercialista sia formalmente riconosciuto e difeso».

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