Imposte

Finiti gli incentivi auto e sparisce l’ecotassa

Il 31 dicembre scade il pacchetto triennale per la transizione green. In manovra meno di 150 milioniper il settore automotive

di Maurizio Caprino

Con il 31 dicembre, stop a incentivi ed ecotassa auto. E anche al bonus per l’installazione di impianti di ricarica per le batterie dei veicoli (elettrici o ibridi plug-in). A meno di novità a sorpresa eventualmente da inserire all’ultimo momento nel decreto milleproroghe atteso nel prossimo Consiglio dei ministri, verrà lasciato scadere l’intero pacchetto di misure introdotte «in via sperimentale» dal 1° marzo 2019 al 31 dicembre 2021 con la legge di Bilancio 2019 (la 145/2018, commi da 1031 a 1047). Resta comunque l’enorme questione della transizione ecologica del settore automotive, che in futuro dovrebbe portare a provvedimenti ben più corposi dei sostegni da 150 milioni previsti dalla legge di Bilancio in corso di approvazione definitiva alla Camera.

Il pacchetto varato tre anni è noto come “bonus-malus”, perché conteneva sia incentivi per i mezzi considerati più “ecologicamente virtuosi” (emissioni di CO2 da zero a 60 grammi/chilometro) e disincentivi per quelli che lo erano meno (emissioni di CO2 superiori a 160 g/km, portati a 190 per il 2021). Nel 2020, la crisi dovuta alla pandemia aveva portato un’apertura anche a bonus per vetture ibride “semplici” e a propulsione tradizionale (motori a scoppio), purché emettessero non più di 135 g/km.

Gli incentivi hanno dato risultati intermittenti. Non solo per la crisi, ma anche perché più volte si sono esauriti i fondi, per cui operatori e clienti sono rimasti nell’incertezza, in attesa di rifinanziamenti arrivati dopo mesi. Un problema per la programmazione delle attività di costruttori e venditori, che chiedono aiuti strutturali.

Per ora, l’unica “risposta” del Parlamento è nella legge di Bilancio 2022: il comma 486 istitusce un fondo da 150 milioni per il 2022, da destinare al sostegno degli operatori economici del settore. Una dote da spartire con le imprese del turismo e dello spettacolo, secondo modalità che il comma 487 demanda a un decreto del ministero dello Sviluppo economico (di concerto con Economia e Cultura), da adottare entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge.

È inoltre annunciato un ordine del giorno alla Camera, da parte di alcuni deputati M5S, con la proposta di mantenere in futuro gli incentivi attuali per le auto elettriche: un bonus fino a 10mila euro, che ha contribuito a far decollare le vendite (complice però l’allargamento dell’offerta indotto dalle penalità stabilite dalla Ue sulle auto che emettono più CO2).

Penalità ci sono pure a livello nazionale: il comma 1042 della legge 145/2018 aveva introdotto l’ecotassa, imposta da 1.100 a 2.500 euro da versare per immatricolare in Italia auto nuove (o già targate all’estero) con emissioni oltre la soglia. L’importo dipende dall’entità dello sforamento.

Anche l’ecotassa è stata istituita prevedendo un termine al 31 dicembre 2021. Non si può escludere categoricamente che venga prorogata, ma ciò al momento pare improbabile. Anche perché ormai l’impatto dell’ecotassa sul mercato e sul gettito si è ridotto rispetto al 2019. Non solo perché è cambiata l’offerta, ma anche perché ormai le aziende per le loro flotte evitano modelli a elevate emissioni, salvo per pochi top manager.

Inoltre, la gestione dell’ecotassa aveva creato dubbi applicativi e problemi di gestione.

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