FISCO E SENTENZE/Le massime di Cassazione: concordato, inerenza e avviamento
Possibile per il debitore rinunciare all’originaria proposta concordataria e presentarne una nuova proposta anche con istanze di fallimento pendenti purché senza intenti dilatori. Raddoppio dei termini per l’accertamento certo in presenza di seri indizi di reato anche con successiva archiviazione della denuncia ovvero con sua notificata fuori termine. Nei costi di consulenza infragruppo l’amministrazione può sempre verificarne l’inerenza indiretta, potenziale o futura. La cessione di beni gratuiti non è estranea all’esercizio dell’impresa e quindi non si applica il valore normale ai fini Iva. La valutazione di un investimento teorico alternativo non può fondare la rettifica dell’avviamento di cessione di un ramo d’azienda.
Un nuovo concordato può sostituire il vecchio
La rinuncia alla proposta originaria di concordato è sempre destinata all’arresto dell’iter concordatario e la nuova proposta, da depositarsi contestualmente alla rinuncia alla precedente, potrà essere esaminata dal Tribunale nel corso della stessa procedura se non pendono istanze di fallimento. Ciò perché, nel caso di persistenza di istanze di fallimento, il Tribunale valuta la sussistenza dei presupposti per l’apertura del fallimento, anche tenendo conto dell’idoneità della nuova proposta del debitore a superare lo stato di insolvenza purché non sussista alcun intento dilatorio.
• Cassazione, ordinanza 27120/2018
Raddoppio dei termini per l’accertamento certo in presenza di seri indizi
I termini per l’accertamento sono sempre raddoppiati in presenza di seri indizi di reato che facciano insorgere l’obbligo di presentazione della denuncia penale, anche se questa viene poi archiviata o presentata oltre i termini decadenziali per l’accertamento. Questo senza che, per gli accertamenti già notificati con riferimento ai periodi precedenti al 31 dicembre 2016, possano incidere le disposizioni di cui all’articolo 1, commi da 130 a 132 della legge 208/2015, che grazie alla disposizione transitoria introdotta, fa salvi gli effetti degli avvisi di accertamento già notificati.
• Cassazione, ordinanza 27206/2018
Costi di consulenza infragruppo, l’amministrazione può verificane l’inerenza
La verifica dell’effettiva afferenza dei costi sostenuti all’attività d’impresa deve sempre essere operata dall’Amministrazione in caso di accertamento dei costi di consulenza infragruppo. Questo in quanto l’inerenza esprime sempre la riferibilità del costo sostenuto all’attività d’impresa, anche se in via indiretta, potenziale o addirittura in proiezione futura.
• Cassazione, sentenza 27786/2018
Alla cessione di beni gratuiti non si applica il valore normale ai fini Iva
I beni oggetto delle cessioni di campioni gratuiti di modico valore non possono considerarsi destinati a finalità estranee all’esercizio dell’impresa e dunque il loro valore normale non assume alcuna rilevanza ai fini della quantificazione dei ricavi. Questo in quanto l’attività di promozione delle vendite non è estranea all’esercizio dell’impresa e dunque non può essere invocato dall’amministrazione alcun presupposto impositivo Iva in base all’assoggettamento al valore normale.
• Cassazione, sentenza 27793/2018
La rettifica dell’avviamento non può basarsi su un investimento teorico
La determinazione dell’avviamento ai fini dell’accertamento del valore di cessione di un ramo d’azienda non può essere basato sulla valutazione di un investimento teorico alternativo. Questo in quanto l’avviamento costituisce la capacità di profitto di un’azienda produttiva ed è rappresentato dal maggior valore che il complesso aziendale presenta rispetto alla somma dei valori di mercato dei beni che lo compongono.
• Cassazione, ordinanza 27838/2018
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