FISCO E SENTENZE/Le massime di Cassazione: fallimento, accertamento, imposta di donazione, enti non commerciali
Fallimento, l’assenza del pm proponente all’udienza pre-fallimentare non significa che rinunci alla richiesta di fallimento . Prova di resistenza graduata in base alla previsione normativa sull’obbligatorietà del contraddittorio endoprocedimentale a pena di nullità. Conferimento di beni in trust con costituzione di vincoli di destinazione a favore di parenti entro il quarto grado con corresponsione dell’imposta sulle donazioni pari al 6%. Enti non commerciali non obbligati alla separata indicazione in dichiarazione dei costi riguardanti gli acquisti da paesi a fiscalità privilegiata se effettuati nell’ambito dell’attività istituzionale. Nella cessione d’azienda il collegamento funzionale delle passività rispetto all’azienda deve riferirsi agli atti che hanno dato luogo alle corrispondenti attività. Il giudice tributario non può, in mancanza di accordo definitivo raggiunto dalle parti nell’accertamento con adesione, valorizzare gli elementi delle rispettive concessioni fatte da ciascuna. Sono i temi della rassegna delle massime di Cassazione delle principali pronunce in materia tributaria dell'ultima settimana.
Fallimento, l’assenza del pm non è una rinuncia alla richiesta di fallimento
La mancata presenza nell’udienza pre-fallimentare del pm, che ha richiesto d’iniziativa il fallimento dell’imprenditore insolvente, non può mai essere qualificata come desistenza al procedimento. Affinché, infatti, il giudice fallimentare possa pronunciarsi nel merito è sufficiente, da una parte, che il ricorso sia stato ritualmente notificato all’imprenditore insolvente e dall’altra parte, laddove la parte proponente non si presenti all’udienza conclusiva, vale sempre la presunzione che abbia voluto tenere ferme le conclusioni precedentemente formulate.
• Cassazione, ordinanza 643/2019
Quando il contribuente è tenuto alla prova di resistenza
In caso di accesso, ispezione o verifica, nei locali destinati all’esercizio dell’attività, la previsione di nullità dell’atto impositivo per mancato rispetto del termine dilatorio assorbe la cosiddetta “prova di resistenza”, ovvero quella prova che sarebbe astrattamente tenuto a fornire il contribuente accertato per comprovare il diverso esisto dell’istruttoria nel caso in cui l’Ufficio avesse attivato il contraddittorio endoprocedimentale. Per contro, se il rispetto del contraddittorio endoprocedimentale viene sancito dall’ordinamento al fine di garantire il buon esito del procedimento, non occorre fornire alcuna “prova di resistenza” in quanto la sanzione della nullità viene già comminata per la violazione commessa in sede istruttoria. Pertanto, in via residuale, ai fini dell’accertamento dei tributi armonizzati, la necessità, da parte del contribuente di fornire la cosiddetta “prova di resistenza”, scatta soltanto quando la norma interna già non prevede la sanzione della nullità dell’atto impositivo in sua assenza.
• Cassazione, sentenza 701/2019
Imposta di donazione per gli immobili nel trust con vincoli di destinazione
Nel caso di conferimento di beni immobili in trust con costituzione di vincoli di destinazione a favore di parenti entro il quarto grado, è legittima l’applicazione dell’imposta sulle donazioni pari al sei cento, perché il vincolo di destinazione è funzionale al successivo trasferimento di proprietà dei beni vincolati a favore dei soggetti beneficiari diversi dal disponente. Opera infatti la presunzione del reale arricchimento dei beneficiari medesimi laddove non sia previsto in alcun modo il rientro dei beni originariamente conferiti in capo al disponente.
• Cassazione, ordinanza 734/2019
Enti non commerciali, acquisti in paesi black da non separare in dichiarazione
Per gli enti non commerciali, nel caso di acquisti effettuati nell’ambito dell’attività istituzionale, non occorre procedere all’indicazione separata nel modello Redditi se avvenuti presso paesi ’a fiscalità privilegiata’. Questo in quanto, non trattandosi di determinazione del reddito d’impresa, l’ente non commerciale sarebbe comunque impossibilitato a dedurli.
• Cassazione, ordinanza 741/2019
Cessione d’azienda, l’inerenza correla le passività alle corrispondenti attività
In caso di cessione d’azienda il concetto di inerenza si riferisce al collegamento funzionale delle passività rispetto all’azienda oggetto di cessione perché l’inerenza delle passività deve discendere dall’individuazione degli atti che hanno dato origine all’attività stessa. In tal caso va inviduata la causa non estranea all’azienda che consente di evidenziare il collegamento tra la passività e il bene unitariamente considerato al netto secondo le prescrizioni tributarie.
• Cassazione, sentenza 888/2019
Il giudice può valorizzare le concessioni solo se c’è accordo definitivo
Il giudice tributario non può valorizzare nel processo le concessioni proposte da ciascuna della parti nel procedimento di accertamento con adesione senza avere prima verificato il raggiungimento di un accordo avente carattere definitivo e vincolante. In mancanza di adesione, infatti, le rispettive posizioni di ciascuna delle parti restano inalterate e non possono essere fatte valere neppure ai fini del parziale riconoscimento delle rispettive ragioni processuali.
• Cassazione, ordinanza 899/2019
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