Controlli e liti

FISCO E SENTENZE/Le massime di Cassazione: indagini finanziarie, sequestro per equivalente, indeducibilità sanzioni

di Luca Benigni, Ferruccio Bogetti e Gianni Rota

Indeducibilità delle sanzioni antitrust dal reddito d’impresa. Doppia giurisdizione per l’opposizione agli atti di esecuzione relativi ai debiti tributari. Limitazioni all’utilizzo delle indagini finanziarie per gli accertamenti sul professionista e sulla società. Sequestro per equivalente ridotto proporzionalmente in base al debito tributario già pagato. la rassegna delle massime delle principali pronunce di Cassazione in materia tributaria depositate nella settimana dal 5 al 9 giugno.

REDDITO D’IMPRESA

Indeducibili in ogni caso le sanzioni Antitrust dal reddito d’impresa
Le imprese non possono dedursi le sanzioni Antitrust. In primo luogo, esse non rappresentano, per il reddito d’impresa, né un componente negativo ordinario (costo d’esercizio) perché non sono funzionali alla produzione, né un componente negativo straordinario (sopravvenienza passiva) perché non sono collegate a ricavi o altri proventi. In secondo luogo, la previsione di una deducibilità fiscale neutralizzerebbe la sua ratio punitiva, trasformandola illegittimamente in un indebito risparmio d’imposta.
Cassazione, sentenza 14137/2017

ACCERTAMENTO E CONTENZIOSO

Doppia giurisdizione per l’opposizione agli atti di esecuzione relativi ai debiti tributari
La pretesa tributaria passa attraverso una serie di atti quali la formazione del ruolo e sua notifica tramite cartella esattoriale, al mancato pagamento dei quali fanno seguito gli atti dell’esecuzione immobiliare e mobiliare e presso terzi. Per le cartelle regolarmente notificate e riportanti iscrizioni di debiti tributari, l’opposizione agli atti dell’esecuzione deve avvenire presso il giudice ordinario. Viceversa, per le cartelle non notificate, od irregolarmente notificate, ma sempre riportanti iscrizione di debiti tributari, l’opposizione agli atti dell’esecuzione si svolge davanti al giudice tributario, perché essi manifestano al contribuente per la prima volta la pretesa tributaria della quale egli non era ancora venuto precedentemente a conoscenza.
Cassazione, Sezioni unite, sentenza 13913/2017

Indagini bancarie, nessuna presunzione per i prelievi bancari sull’altra attività
Nelle indagini bancarie la presunzione non reddituale dei prelievi effettuati dal lavoratore autonomo sul proprio conto corrente opera anche nel caso di un commercialista che esercita congiuntamente anche l’attività di amministratore di condominio oltre a quella propria libero professionale. Nel caso in cui l’Amministrazione intenda comunque ricuperarli a tassazione deve provare che le somme prelevate non sono state utilizzate per acquisti inerenti alla produzione del reddito al fine di conseguire ricavi dall’esercizio dell’attività predetta.
Cassazione, sentenza 14087/2017

Produzione documentale senza limiti nel processo tributario
L’autorizzazione allo svolgimento delle indagini bancarie non prodotta dall’Amministrazione nel primo grado di giudizio può in ogni caso essere prodotta nel secondo, perché anche in tale grado è sempre ammessa la produzione di documenti sebbene già disponibili in precedenza.
Cassazione, sentenza 14088/2017

Rettifica alla società solo se è provata la riconducibilità dei movimenti dei soci
Nel caso di indagini bancarie nei confronti di una società di persone, l’Amministrazione, oltre alle movimentazioni risultanti dai suoi conti correnti, ai fini accertativi può legittimamente utilizzare anche le risultanze dei conti correnti bancari intestati ai soci al fine di presumere il conseguimento di maggiori ricavi, ma deve provare analiticamente la riconducibilità alla società verificata delle somme ricuperate a tassazione.
Cassazione, sentenza 14089/2017

Il sequestro per equivalente va ridotto in base al debito tributario già pagato
In caso di reati tributari, quando viene concluso un piano di rateazione tra contribuente ed Amministrazione per il pagamento del debito tributario, il sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente non può essere mantenuto sull’intero ammontare del profitto da reato, ma deve essere ridotto proporzionalmente a quanto già pagato fino al momento del sequestro per evitare di chiedere due volte lo stesso ammontare.
Cassazione, sentenza 28076/2017

SOCIETÀ E BILANCI

Senza difesa il curatore contro il sequestro preventivo sui beni dell’azienda
In caso di notifica all’imprenditore insolvente del provvedimento di sequestro per equivalente sui beni dell’azienda prima del suo fallimento, il curatore fallimentare non è dopo legittimato ad opporlo perché non può vantare alcun diritto sui beni del fallito, né in proprio né in qualità di rappresentante dei creditori del fallito.
Cassazione, sentenza 28090/2017

Leggi le precedenti uscite di «Fisco e sentenze - Le massime di Cassazione»

Indagini finanziarie, sequestro per equivalente, indeducibilità sanzioni
Cassazione dal 5 al 9 giugno

Processo tributario, plusvalenze e omesso versamento Iva: le massime della Cassazione dal 29 maggio al 1° giugno

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Sospensiva, credito d’imposta, ammissibilità del ricorso: le massime della settimana dal 24 al 28 aprile

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Accertamento analitico-induttivo, abuso del diritto, concordato: le massime della settimana dal 10 al 14 aprile

Plusvalenze, società estinte, fallimento: le massime della settimana dal 3 al 7 aprile

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Redditometro, sanzioni, iscrizione a ruolo: le massime della settimana dal 27 febbraio al 3 marzo

Contraddittorio, omessa dichiarazione, trust: le massime della settimana dal 20 al 24 febbraio

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