FISCO E SENTENZE/Le massime di Cassazione: induttivo, sponsorizzazioni, cessione d’azienda e Iva

di Luca Benigni, Ferruccio Bogetti e Gianni Rota

31 Dicembre 2019

Il reddito presunto del taxista rilevante ai fini dell’accertamento da studi di settore non può essere conteggiato soltanto in base alle percorrenze medie elaborate dall’ufficio stampa del Comune. Spese per sponsorizzazione sempre inerenti per il contribuente con prova contraria a carico dell’Amministrazione. Credito Iva oggetto di cessione d’azienda utilizzabile dal cessionario nella compensazione verticale oppure con limitazioni nella compensazione orizzontale. Efficacia attenuata del giudicato in materia di Iva al fine di salvaguardare le regole imperative Ue e l’eventuale interesse protetto. Costi di impianto della nuova compagnia aerea soltanto quelli relativi ai costi iniziali sulle tratte consentite ma non le spese per il personale. Sono i temi della rassegna delle massime di Cassazione dell’ultima settimana.

Per l’induttivo al taxista non basta il percorso medio elaborate dal Comune

Le percorrenze medie dei taxisti provenienti dall’ufficio stampa del Comune non sono sufficienti a suffragare la fondatezza dell’accertamento in base agli studi di settore che le utilizza. Ciò perché tale documento non è garanzia di attendibilità e comunque, il suo mero utilizzo da parte dell’Amministrazione, non può essere frutto di indagine specifica.

● Cassazione, ordinanza 33042/2019

Sponsorizzazione, l’uso esclusivo del marchio mina l’inerenza del contratto

In caso di contratto di sponsorizzazione e al fine di superare la presunzione di inerenza a favore del contribuente, l’Amministrazione è tenuta a provare che lo sponsor possa avere l’esclusiva per l’utilizzo del marchio. In tal caso, infatti, sussiste un mero sfruttamento di segno distintivo altrui in grado di fare presumere un’utilità consistente nell’incremento potenziale dell’attività commerciale dello stesso sponsor.

● Cassazione, ordinanza 33557/2019

Ceduta l’azienda è solo il cessionario legittimato ad usare il credito Iva

In caso di cessione d’azienda il cedente perde ogni legittimazione al credito Iva oggetto di cessione mentre l’intera posizione resta traslata sul cessionario. Quest’ultimo può a sua volta chiederlo a rimborso ovvero utilizzarlo in compensazione verticale con Iva a debito oppure, con limitazioni, in compensazione orizzontale con altri debiti fiscali. Ciò perché la cessione d’azienda comporta, per legge, la cessione dei rapporti e dei crediti relativi al suo esercizio ivi compresi i crediti d’imposta vantati dal cedente nei confronti dell’Erario e non è d’impedimento la diversità dei contribuenti.

● Cassazione, sentenza 33585/2019

L’interesse Ue prevale sull’efficacia del giudicato tributario in materia di Iva

Il processo tributario in materia di Iva è sottoposto a regole imperative Ue sull’abuso del diritto la cui applicazione non può essere ostacolata dal carattere vincolante del giudicato o dalla sua eventuale proiezione anche oltre il periodo di imposta che ne costituisce specifico oggetto. Pertanto, in caso di contestazione di fatture inesistenti rilevato per più anni d’imposta, ancorché il giudicato tributario relativo ad un singolo periodo d’imposta non sia idoneo a fare stato in periodi successivi o antecedenti, devono essere salvaguardate le qualificazioni giuridiche o gli eventuali elementi preliminari rispetto a cui possa sussistere un interesse protetto avente carattere di durevolezza nel tempo.

● Cassazione, sentenza 33596/2019

I costi del personale non rientrano fra i costi d’impianto e di ampliamento

Per la compagnia aerea di nuova costituzione i costi di impianto e di ampliamento possono essere soltanto quelli aventi utilità pluriennale, come quelli relativi ai voli iniziali sulle tratte consentite al nuovo soggetto, ma non quelli relativi agli stipendi e relativi oneri per il personale. Questo in quanto le spese sostenute per retribuzioni e oneri similari difettano del requisito di utilità pluriennale, sia che si tratti di spese per prestazioni di lavoro di cui all’articolo 95 del Tuir sia di altre spese inquadrabili tra gli altri componenti negativi di cui al comma 4 dell’articolo 109 del Tuir e come tali concorrono sempre alla formazione del reddito nell’esercizio di competenza.

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