FISCO E SENTENZE/Le massime di Cassazione: notifica Pec, fatture inesistenti, rappresentante fiscale
Esclusa la detrazione Ici per abitazione principale per la casa di uno dei coniugi se cessa il rapporto di convivenza sotto lo stesso tetto. La chiusura del concordato fallimentare non determina la rimozione dell’originaria insolvenza e i reati fallimentari vengono perseguiti. La casella Pec piena non fa venir meno la validità della notifica dello stato passivo del fallimento. Nella determinazione dell’Iva a debito non entrano le fatture soggettivamente inesistenti emesse da chi non è stato controparte nel rapporto tributario. Valido il ruolo ai fini Iva notificato al rappresentate fiscale anche se l’accertamento è stato emesso soltanto nei confronti dell’importatore. Operazioni di swap su interessi sempre inerenti all’oggetto sociale per potere consentire la deducibilità delle perdite. Sono i temi delle massime delle principali pronunce della Cassazione in materia tributaria e societaria dell’ultima settimana.
Niente detrazione Ici per l’abitazione principale della casa di un coniuge senza più convivenza
Il trasferimento della dimora abituale per rottura del vincolo di convivenza sotto lo stesso tetto del rapporto coniugale fa venire meno la detrazione Ici per abitazione principale riferita alla casa di proprietà di uno dei coniugi. Questo in quanto, non sussistendo più l’abitazione di cui godono il contribuente proprietario e i suoi familiari, viene superata la presunzione di coincidenza tra casa coniugale e abitazione principale.
•Cassazione, ordinanza 12050/2018
La chiusura del concordato non estingue i reati fallimentari
La chiusura del fallimento a seguito dell’esito positivo del concordato fallimentare non determina l’estinzione dei reati fallimentari perché essa non rimuove la dichiarazione di insolvenza della società contenuta nella pronuncia dichiarativa del fallimento, la quale può essere annullata solo impugnando la medesima.
•Cassazione, sentenza 21920/2018
La casella Pec piena non pregiudica la validità della notifica dello stato passivo del fallimento
Lo stato passivo del fallimento deve ritenersi validamente comunicato anche quando il difensore in sede di opposizione lamenti di non averlo potuto ricevere a causa della casella Pec piena. Infatti la notifica è da considerarsi comunque perfezionata se la mancata consegna dipende da cause imputabili al destinatario, come nel caso in cui per mancata diligenza di questi risulti piena per prolungata (e dunque colpevole) assenza di lettura della posta elettronica.
•Cassazione, sentenza 12577/2018
Nel calcolo dell’Iva a debito vanno escluse le fatture soggettivamente inesistenti
Non entrano nel conteggio del dare e dell’avere ai fini Iva le fatture emesse da chi non è stato controparte nel rapporto relativo alle operazioni fatturate, in quanto tali fatture riguardano operazioni soggettivamente inesistenti. Questo in quanto per potere beneficiare della detrazione Iva occorre intanto che il soggetto interessato sia un soggetto passivo Iva e poi che i beni o diritti invocati a base di tale diritto siano utilizzati a valle dal soggetto passivo ai fini delle proprie operazioni soggette ad imposta. Per contro, nel caso delle operazioni soggettivamente inesistenti, pur essendo l’operazione effettiva ed esistente, la fattura viene emessa da un soggetto diverso da quello che ha effettuato la cessione o la prestazione e l’Iva non è così detraibile in quanto versata ad un soggetto non legittimato alla rivalsa né assoggettato all’obbligo di pagamento dell’imposta.
•Cassazione, ordinanza 12692/2018
Valido il ruolo notificato al rappresentate fiscale per l’accertamento all’importatore
Quando l’accertamento in rettifica ai fini Iva viene emesso nei confronti dell’importatore il successivo ruolo recato dalla cartella esattoriale può essere legittimamente notificato anche solo al rappresentante fiscale. Questo in quanto l’importatore costituisce il debitore principale e la procedura di riscossione ben può attivarsi anche nei confronti del debitore solidale senza che costui possa lamentare la possibilità di difendersi oppure sia costretto ad impugnare cumulativamente anche l’atto presupposto non notificatogli.
•Cassazione, ordinanza 12713/2018
Deduzione della perdita solo se le operazioni di swap sugli interessi sono inerenti
Le operazioni di swap su interessi devono sempre avere inerenza rispetto all’oggetto sociale ed essere afferenti ai ricavi. Questo in quanto per potere dedurre le perdite su tali contratti, indipendentemente che si tratti di operazioni a scopo di copertura oppure speculativo, non basta che siano finalizzate ad una redditività.
•Cassazione, ordinanza 12730/2018
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