FISCO E SENTENZE/Le massime di Cassazione: plusvalenze, azione revocatoria, responsabilità dell’amministratore
Il giudice tributario può assimilare ai fini fiscali il contratto di mutuo al prestito di uso d’oro. La presunzione del valore accertato per il registro non vale per la tassazione della plusvalenza Irpef. Il creditore che ha già ottenuto il sequestro conservativo dei beni può cumulare anche l’azione revocatoria. Responsabilità attenuata nella bancarotta fraudolenta con la prova dei vantaggi compensativi dell’operazione compiuta. Sono i temi della rassegna delle massime delle principali pronunce di Cassazione in materia tributaria e societaria depositate nella settimana dal 2 al 6 ottobre.
ACCERTAMENTO E CONTENZIOSO
Il lavoratore dipendente può farsi rimborsare le ritenute indebitamente versate
Il lavoratore che si identifica con il contribuente vanta e può esercitare il diritto al rimborso per le somme indebitamente ritenute alla fonte e versate dal datore di lavoro. Questo in quanto, in tema di rimborso delle imposte sui redditi, sono legittimati a richiedere all’Amministrazione il rimborso delle somme non dovute e ad impugnare l’eventuale rifiuto davanti al giudice tributario, sia il soggetto che ha effettuato il versamento in qualità di sostituto d’imposta sia il percipiente delle somme assoggettate a ritenuta in qualità di sostituito.
•Cassazione, sentenza 23142/2017
Il giudice tributario può assimilare ai fini fiscali il contratto di mutuo al prestito di uso d’oro
Il giudice tributario ha facoltà di assimilare ai fini fiscali il contratto di mutuo al prestito d’uso d’oro che interviene da parte degli istituti bancari a favore degli orafi e sancire, in ossequio al principio di correlazione costi-ricavi, la legittimità dell’imputazione dei costi derivanti dai contratti currency options legati all’andamento del prezzo dell’oro nello stesso esercizio d’imposta in cui si realizzano i ricavi conseguiti dalla trasformazione dell’oro ricevuto. Questo in quanto, nonostante la presenza di elementi estranei a quelli che caratterizzano lo schema contrattuale tipico, il giudice tributario è sempre legittimato a valorizzare gli altri aspetti contrattuali che ritiene preminenti ai fini dell’accostamento allo schema negoziale tipico.
•Cassazione, sentenza 23171/2017
La presunzione del valore accertato per il registro non vale per la tassazione della plusvalenza Irpef
La rettifica della plusvalenza rilevante ai fini Irpef necessita di un’ulteriore istruttoria anche se a seguito di accertamento è stata già definita la maggiore imposta di registro. Questo in quanto il Dlgs 147/2015 ha natura retroattiva e impedisce comunque all’Amministrazione di accertare induttivamente la plusvalenza patrimoniale realizzata con la cessione di un immobile o di un’azienda in base al solo valore dichiarato, accertato o definito ai fini dell’imposta di registro.
•Cassazione, sentenza 23132/2017
SOCIETÀ E BILANCI
Il creditore che ha già ottenuto il sequestro conservativo dei beni può cumulare anche l’azione revocatoria
Il creditore che ha richiesto e ottenuto il sequestro conservativo dei beni in capo al debitore non è inibito nel richiedere, in via cumulativa, anche la tutela revocatoria. Questo in quanto il sequestro conservativo ottenuto in via preventiva è inteso a rendere inefficace in capo al creditore un atto dispositivo solo temuto, mentre la revocatoria ha l’obiettivo di rendere inefficace l’atto dispositivo già posto in essere dal debitore.
•Cassazione, sentenza 22835/2017
Bancarotta fraudolenta, responsabilità attenuata con la prova dei vantaggi compensativi dell’operazione compiuta
Anche in materia fallimentare l’infedeltà patrimoniale dell’amministratore deve sempre essere valutata sulla base dei possibili vantaggi compensativi conseguiti. Questo in quanto, se viene accertato che l’atto distrattivo compiuto non rispondeva all’interesse della società ed ha causato un danno al patrimonio sociale, è onere dello stesso amministratore provare l’esistenza, oltre che di una realtà di gruppo, anche di benefici indiretti della società poi fallita connessi ad un vantaggio complessivo del gruppo, in grado di compensare gli eventuali effetti negativi dell’operazione compiuta.
•Cassazione, sentenza 45288/2017
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