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FISCO E SENTENZE/Le massime di Cassazione: presunzioni, ruoli e responsabilità «231»

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di Luca Benigni, Ferruccio Bogetti e Gianni Rota

Le presunzioni tributarie sufficientemente adeguate possono anche prevalere sulla sentenza penale tributaria irrevocabile di condanna o di assoluzione. L’erronea indicazione dell’indirizzo del contribuente nel ruolo non mina la pretesa tributaria. Nessun contraddittorio per i soggetti terzi rispetto al contribuente ispezionato. Nessun effetto dalla cancellazione d’ufficio dal Registro imprese sulla richiesta di risarcimento verso la banca. Fallimento neutro sulla responsabilità amministrativa della società. Va sempre provata la notificazione degli atti presupposti all’iscrizione a ruolo della Tari. Sono i temi delle massime delle principali pronunce della Cassazione in materia tributaria e societaria dell’ultima settimana.

Le presunzioni tributarie possono anche prevalere sulla sentenza penale
Nel giudizio tributario non può attribuirsi autorità di cosa giudicata alla sentenza penale irrevocabile, di condanna o di assoluzione, emessa in materia di reati fiscali anche quando i fatti esaminati sono gli stessi che sorreggono l’accertamento. Infatti l’atto impositivo può essere fondato su validi indizi, i quali, anche se insufficienti per un giudizio di responsabilità penale, ben possono essere ritenuti adeguati fino a prova contraria nel giudizio tributario.
Cassazione, ordinanza 8476/2018

L’erronea indicazione dell’indirizzo del contribuente nel ruolo non mina la pretesa tributaria
Anche se il contribuente ha indicato in Unico un nuovo domicilio fiscale, l’errore commesso dall’Amministrazione nella formazione del ruolo non pregiudica la riscossione della pretesa. Infatti lo ius variandi va esercitato in buona fede nel rispetto del principio dell’affidamento e dunque il contribuente, che abbia indicato nella propria denuncia dei redditi il domicilio fiscale in un luogo diverso da quello precedente, non può poi eccepire l’incompetenza per territorio dell’Ufficio e l’invalidità dell’atto impositivo così formato.
Cassazione, ordinanza 8747/2018

No al contraddittorio per i soggetti terzi rispetto al contribuente ispezionato
L’obbligo del contraddittorio endo-procedimentale non riguarda l’accesso effettuato presso terzi dal quale sono stati tratti elementi per sostenere la fondatezza dell’accertamento formato nei confronti del contribuente. Questo in quanto il contraddittorio resta obbligatorio soltanto nei casi di accessi, ispezioni e verifiche fiscali eseguite nei locali destinati all’esercizio di attività commerciali, industriali, agricole, artistiche o professionali ed è assicurato unicamente al contribuente a ciò sottoposto e non anche al terzo a carico del quale l’Amministrazione possieda dati o informazioni utili per l’emissione dell’avviso di accertamento.
Cassazione, ordinanza 8890/2018

Nessun effetto dalla cancellazione d’ufficio dal Registro imprese sulla richiesta di risarcimento verso la banca
La cancellazione d’ufficio di una società dal Registro Imprese per mancata presentazione per oltre tre esercizi consecutivi del bilancio annuale non determina una volontà abdicativa con riferimento alla causa risarcitoria avviata nei confronti di una banca. Questo in quanto l’instaurazione e la prosecuzione del giudizio ad opera del liquidatore non consentono di ritenere in qualsiasi momento che la società possa avere rinunciato alla pretesa azionata.
Cassazione, sentenza 8582/2018

Fallimento neutro sulla responsabilità amministrativa della società
In tema di responsabilità di reato degli enti societari il fallimento della persona giuridica non determina l’estinzione dell’illecito amministrativo al Dlgs 231/2001 e la sanzione irrogata nel corso del fallimento legittima lo Stato al recupero dell’importo di natura economica attraverso l’insinuazione al passivo. Questo in quanto l’instaurazione della procedura concorsuale non è equiparabile alla morte dell’autore del reato e pertanto non fa conseguire alcun mutamento soggettivo della società, la quale peraltro non si estingue automaticamente neppure al momento della chiusura del fallimento.
Cassazione, sentenza 15788/2018

Va sempre provata la notificazione degli atti presupposti all’iscrizione a ruolo della Tari
L’iscrizione a ruolo della Tari notificata tramite cartella di pagamento è illegittima se nell’avviso di pagamento depositato durante il processo tributario non è indicato il numero della raccomandata con la quale l’ente locale afferma di averlo notificato perché va sempre adeguatamente provata nel processo tributario la regolare notifica dell’atto prodromico.
Cassazione, sentenza 8474/2018

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