Fisco, giudici e parti in udienza con Skype for business
Il sistema supporta un’udienza alla volta in ogni collegio di Commissione tributaria
Il Mef accelera sulla videoudienza e sulla camera di consiglio da remoto (si veda «Il Sole 24 Ore» di ieri). I singoli collegi delle Commissioni tributarie - con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del Dm varato dal dipartimento Finanze - saranno in grado di svolgere una udienza online alla volta collegandosi attraverso il programma Skype for Business al sistema della Ct. Nuove linee guida in arrivo per i professionisti: sul portale del ministero dell’Economia saranno pubblicate a stretto giro tutte le regole per consentire ad avvocati e commercialisti di collegarsi al sistema informatico «protetto».
Sono queste le novità in vista per il contenzioso tributario, regole che entrano a far parte del processo fiscale in modalità a «regime» e che sono accolte con «soddisfazione» dal presidente del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria (Cpgt), Antonio Leone. Per questo al Mef sta studiando anche il potenziamento ulteriore della rete dati, per aumentare la forza di collegamento, consentendo lo svolgimento di più udienze da remoto al giorno. Ma andiamo con ordine.
Con il Dm a firma del direttore generale delle Finanze Fabrizia Lapecorella sono state disposte «le regole tecnico-operative per lo svolgimento delle udienze pubbliche o camerali attraverso collegamenti da remoto, al fine di consentire l’attivazione delle udienze a distanza» che entrano a far parte «a regime» del processo tributario. C’è da dire che la misura potrebbe avere un effetto positivo immediato soprattutto in questa fase emergenziale, con l’esonero dal presenziare in Commissione per i giudici, come previsto dal comma 4 dell’articolo 27 del Dl Ristori. Perché di fatto stando nella propria dimora basterà un semplice Pc attraverso cui collegarsi in sicurezza «all’interno del sistema informativo della fiscalità (Sif) del ministero dell’Economia». In questo modo, preliminarmente, potranno essere svolte le camere di consiglio.
Il secondo aspetto di rilievo, che investe direttamente i professionisti, riguarda la videoudienza, con la possibilità di discutere oralmente le cause in collegamento da remoto. Il sistema informatico delle Commissioni, allo stato, è comunque in grado di svolgere una udienza alla volta per Collegio. Ciò vuol dire che il grosso delle udienze potrebbe comunque essere istruito. A ciò si aggiunga un aspetto di non secondaria importanza: il Mef ha avviato un processo di potenziamento dell’intera rete dati, che nei prossimi mesi potrebbe già dare i primi risultati. Per facilitare la discussione orale online - scansando il rischio trattazione «documentale» contestato in questi giorni da avvocati e commercialisti - il Mef ha messo a punto una serie di linee guida per consentire la connessione in sicurezza al sistema informatico delle singole commissioni. Si tratta di «specifiche tecniche funzionali alla partecipazione dei difensori o delle parti che si difendono in proprio», che già entro oggi potrebbero essere pubblicate sul portale del ministero dell’Economia. In particolare si tratta di tutti i criteri con l’elenco degli applicativi da utilizzare (Skype for Business), i browser e le specifiche tecniche.
Con la definizione della videoudienza, dunque, viene a comporsi il puzzle del processo tributario telematico, fondato su tre pilastri: la firma digitale (già in corso di distribuzione ai giudici), la sentenza digitale, che partirà «a regime» i 1° dicembre nelle commissioni di Roma e del Lazio e nel resto d’Italia dal 1° giugno 2021, e il provvedimento giurisdizionale digitale (Pgd), come ad esempio la sentenza, varato nei giorni scorsi con Decreto del Mef.
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