Imposte

Flat Tax incrementale su opzione solo a professionisti e autonomi

La sperimentazione nel 2023 potrebbe riguardare le partite Iva che non utilizzano il regime forfettario

immagine non disponibile

di Marco Mobili e Gianni Trovati

«Difficile». L’idea di far debuttare la Flat Tax anche nel lavoro dipendente si scontra con questa definizione, così riassunta dal viceministro alle Finanze Maurizio Leo. «I numeri sono robusti - ha spiegato il responsabile economico di Fratelli d’Italia che dal consiglio dei ministri ha ricevuto la delega piena sulle entrate tributarie - ed è complesso farlo».

In una manovra che per almeno due terzi sarà occupata dal contrasto all’inflazione energetica, del resto, tutti i capitoli che non hanno una parentela diretta con le bollette si presentano «difficili». Anche quando, come nel caso della Flat Tax dei dipendenti, le ipotesi tecniche a cui si sta lavorando sono una riproduzione in sedicesimo dei temi agitati in campagna elettorale, soprattutto da parte leghista per la tassa piatta.

In gioco nel dossier c’è la Flat Tax «incrementale», quella cioè applicata solo agli aumenti di reddito proposta dal programma di Fratelli d’Italia mentre il Carroccio tornava a più riprese sulla tassa piatta generalizzata per tutti.

I cardini del meccanismo, anticipati sul Sole 24 Ore di venerdì scorso, già ne prefigurano un’attuazione limitata e sperimentale, stretta fra le esigenze divergenti di produrre uno sconto fiscale senza però spalancare la strada a meccanismi elusivi.

L’idea è quella di una Flat Tax incrementale per un solo anno, da riservare nel 2023 alle differenze fra il reddito di quest’anno e il maggiore fra quelli del triennio precedente. In pratica, un contribuente che nel 2022 dichiara 40mila euro, dopo averne denunciati 38mila nel 2019, 34mila nel 2020 e 36mila nel 2021, potrebbe sfruttare l’aliquota agevolata del 15% sui 2mila euro che separano l’ultimo reddito dal picco del 2019.

L’ipotesi della sperimentazione per un anno e su redditi in larga parte già maturati, oltre che per testare gli effetti reali della misura, serve a evitare spazi al “gioco” strumentale sulle dichiarazioni per allargare le differenze di reddito da sottoporre al regime agevolato.

Il pericolo riguarda in particolare gli autonomi, che non hanno la trattenuta alla fonte: e che secondo gli ultimi calcoli del governo saranno gli unici a poter scegliere questa Flat Tax. La platea, quindi, si ridurrebbe a quelle partite Iva che non utilizzano il forfettario già esistente perché superano la soglia di ricavi o compensi (in via di allargamento da 65mila a 85mila euro, subordinato al via libera Ue) o per ragioni di convenienza fiscale, determinate per esempio dalla possibilità di utilizzare detrazioni più significative rispetto allo sconto offerto dalla tassa piatta.

Per i dipendenti, ha spiegato sempre Leo intervistato a Quarta Repubblica, potrebbe però arrivare qualcosa di simile in relazione ai premi di produttività. Oggi godono di una tassazione agevolata al 10% fino a 3mila euro: «Potremmo applicare il 15% alla parte che supera i 3mila euro - ha detto Leo - oppure portare al 5% l’attuale 10%». I calcoli sono in corso, e tutto dipenderà dalle compatibilità finanziarie che pur in una manovra da almeno 30 miliardi si giocano sulle poche centinaia di milioni. In molti casi, però, la tassazione leggera dei premi potrebbe interessare più della Flat Tax incrementale per i dipendenti che in genere non hanno grandi oscillazioni di reddito.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©