Imposte

Flat tax per metà delle partite Iva. Pagelle fiscali, platea in aumento

Il dipartimento delle Finanze focalizza l’attenzione su imprese, professionisti e lavoratori autonomi

di Giovanni Parente

Fari puntati sulle dichiarazioni dei redditi 2022 (relative all’anno d’imposta 2021) dei contribuenti con partita Iva. Dopo il primo aggiornamento del 20 aprile sull’andamento dei redditi nel primo periodo d’imposta di ripresa rispetto alla fase più dura della pandemia da Covid che aveva caratterizzato il 2020, il dipartimento delle Finanze focalizza l’attenzione su imprese, professionisti e lavoratori autonomi. Il regime di flat tax è ormai una calamita per le persone fisiche di partita Iva. Su circa 3,7 milioni che hanno presentato la dichiarazione dei redditi, quasi la metà (48,5%) si trova tra regime forfettario (1,7 milioni) e vecchi minimi ormai in esaurimento (66.700). Se però si guarda oltre la fotografia del 2021, si tratta di un numero complessivo che è continuato a crescere: tra il 2022 e primi tre mesi 2023, oltre 350mila partite Iva hanno scelto all’apertura il forfettario. Questo potrebbe significare che attualmente circa 2-2,1 milioni potrebbero trovarsi in un regime agevolato con un’imposta sostitutiva di Irpef (con relative addizionali), Irap e senza l’applicazione dell’Iva.

Ritornando alle dichiarazioni 2022, le Finanze ricordano che il reddito imponibile dei forfettari è pari a circa 25,2 miliardi di euro per un valore medio di 15.601 euro mentre l’imposta sostitutiva del 15% o 5% (per i primi cinque anni di attività) è stata pari a 3 miliardi di euro per un valore medio di 1.874 euro.

Il panorama integrale dei soggetti Irpef fa emergere come l’85% dei circa 41,4 milioni di contribuenti detiene prevalentemente reddito da lavoro dipendente o pensione e solo il 6,4% del totale ha un reddito prevalente derivante dall’esercizio di attività d’impresa o di lavoro autonomo (compresi forfettari e vecchi minimi). Sono il 3,9%, invece, coloro che detengono in prevalenza reddito da fabbricati.

Inoltre l’analisi integrata delle dichiarazioni dei dipendenti con quelle dei propri datori di lavoro fa emergere, secondo le Finanze, che «oltre il 69% dei dipendenti ha prestato servizio presso lo stesso datore di lavoro nell’arco dell’anno, mentre il restante 31% ha prestato servizio presso più datori di lavoro».

Per quanto riguarda, invece, le pagelle fiscali la platea è di oltre 2,4 milioni di partite Iva con un aumento del 17% rispetto all’anno d’imposta 2020, quando probabilmente avevano pesato i maggiori esoneri disposti per le attività più colpite da restrizioni e chiusure per il Covid, In crescita dell’8,3% il dato dei ricavi e compensi medi dichiarati, mentre il reddito medio da impresa o da lavoro autonomo è salito dell’11,3 per cento. I contribuenti con ingresso nel regime premiale (con voto almeno pari a 8) sono il 44,6% del totale: anche questo dato è in aumento rispetto alla quota del 2020.

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