Imposte

Fondo perduto, aiuti anche a chi ha ricavi fino a 15 milioni

Sorpresa nel testo del Dl 73 pubblicato sulla Gazzetta: arriverà un nuovo contributo alle partite Iva più grandi se ci saranno risorse residue

di Marco Mobili e Gianni Trovati

Fondo perduto a sorpresa esteso a chi nel 2019 ha registrato ricavi fino a 15 milioni di euro. La novità spunta nel testo finale del decreto Sostegni bis pubblicato martedì notte sulla Gazzetta Ufficiale. Ma è una novità eventuale. Tutto dipenderà da come andranno gli altri aiuti.

Il Dl n. 73 del 25 maggio, dopo il lungo braccio di ferro sulle nuove norme sul lavoro con la cancellazione della miniproroga al 28 agosto del blocco dei licenziamenti e la possibilità per le imprese di utilizzare la cassa integrazione senza pagare le addizionali fino al 31 dicembre 2021, introduce una nuova indennità a fondo perduto per le partite Iva più grandi. Ma attenzione: per vedersi riconoscere l’aiuto i contribuenti che hanno ricavi tra i 10 e i 15 milioni dovranno sperare che le risorse stanziate dal decreto sostegni bis per le integrazioni ai bonifici automatici non vadano esaurite. L’aiuto extra alle partite Iva che fin qui sono rimaste fuori dalle varie tornate di contributi a fondo perduto per aver superato la soglia dei 10 milioni di ricavi nel 2019 saranno infatti finanziati con gli eventuali risparmi dal fondo integrativo da 3,15 miliardi messo in campo dallo stesso decreto sostegni-bis per coprire gli aiuti alle 370mila imprese (fino a 10 milioni di ricavi) che entrano in gioco con l’aggiornamento del periodo di riferimento del confronto, spostato in avanti di tre mesi rispetto al rapporto secco fra il fatturato 2020 e quello 2019 che fin qui ha misurato i bonifici (servizio a pagina 33). La certezza, insomma, non c’è. Ma la speranza è solida, visto il precedente rappresentato dal primo giro di «sostegni» targati Draghi che è costato 8 miliardi invece degli 11,1 messi a disposizione dal decreto di marzo.

A regolare questi nuovi aiuti extra e a fissare tempi e modi per richiederli sarà comunque un decreto del ministero dell’Economia. Tutta la partita attuativa della nuova puntata dei sostegni è comunque destinata ad accendersi dalla prossima settimana, dopo la chiusura definitiva del primo canale telematico che riceverà le domande per gli aiuti messi a disposizione dal decreto di marzo fino a domani sera.

Novità arrivano anche sul via libera al credito d’imposta del 20% sulle spese sostenute per ricerca e sviluppo di farmaci e vaccini. Il testo pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale non prevede più alcuna condizione. Nella versione del decreto entrata in consiglio dei ministri l’agevolazione era riconosciuta a patto che il beneficiario dell’aiuto si impegnasse poi a concedere licenze «non esclusive a condizioni di mercato non discriminatorie» a terzi all’interno dello spazio economico europeo. In pratica un accesso agevolato all’impiego del brevetto del vaccino o del farmaco. Un requisito appunto che nella versione definitiva è stato eliminato. 

Altre novità anche sulla riapertura del Fondo 394 del 1981, gestito da Simest in convenzione con il ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale: la soglia massima per il cofinanziamento a fondo perduto a valere sul 394, fissata al 15% nelle bozze circolate nei giorni scorsi, è stata portata al 25 per cento per le domande che arriveranno entro il 31 dicembre di quest’anno. Il decreto n. 73 entrato in vigore ieri chiarisce inoltre che l’unico finanziamento Simest a non accedere al fondo perduto sarà quello per la patrimonializzazione.

Rifinanziato poi con 220 milioni anche l’indennità per i collaboratori sportivi per i mesi di aprile e maggio. Il meccanismo è quello delle edizioni precedenti, e si risolve anche il problema degli 11.500 collaboratori che a causa di un incrocio normativo sfortunato avevano dovuto rinunciare al bonus per aver già ricevuto contributi parziali o temporanei da parte dell’Inps.

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