Fondo perduto, alt all’istanza degli eredi anche se la partita Iva è rimasta aperta

Gli eredi del professionista defunto alla data di entrata in vigore del decreto Sostegni (Dl 41/2021, cioè il 23 marzo 2021) non possono richiedere il contributo a fondo perduto anche se la partita Iva del de cuius è ancora attiva. Lo chiarisce l’agenzia delle Entrate con la risposta a interpello 565 pubblicata il 26 agosto.

Nel caso sottoposto all’Agenzia si fa presente che la partita Iva del professionista deceduto è ancora attiva per consentire l’incasso di fatture emesse ancora da saldare.

Infatti, la cessazione della partita Iva, in presenza di alcuni presupposti, non è contestuale alla data del decesso, in quanto l’attività professionale prosegue anche successivamente, fino alla integrale riscossione dei crediti professionali non ancora fatturati al momento della morte. Una circostanza che secondo l’erede interpellante potrebbe escludere la situazione di «cessata attività» che preclude l’accesso al fondo perduto, in presenza degli altri requisiti richiesti per l’accesso al beneficio.

Per l’Agenzia, tuttavia, il fatto che la partita Iva sia tenuta aperta per potere riscuotere i compensi relativi a prestazioni professionali già fornite in precedenza non presuppone lo svolgimento di una attività professionale, ma risponde alla finalità di regolare i flussi economici di attività già svolte e concluse, per tutelare il gettito erariale ai fini dell’Iva.

Per poter usufruire del contributo a fondo perduto, sottolinea l’Agenzia nella risposta, occorre, quale ulteriore requisito, che l’attività sia in corso alla data di entrata in vigore del decreto legge (23 marzo 2021), e che, al fine di appurare la cessazione della attività, si prescinda dalla volontà del soggetto di cessare la stessa. Pertanto, la cessazione della attività si verifica, in ogni caso, anche laddove, anteriormente alla data di entrata in vigore del decreto legge, abbia luogo il decesso del professionista.