Finanza

Garanzie sui prestiti fino al 30 giugno. Dal 1° aprile sono senza commissione

La misura allarga senza limiti la platea di chi può accedere alle garanzie. Ma solo per 4 mesi

di Laura Serafini

La proroga delle misure sui prestiti garantiti chiesta a gran voce dalle imprese e dalle banche nelle scorse settimane è arrivata con il decreto per le bollette. E sotto le spoglie di uno strumento di supporto per le «esigenze di liquidità conseguenti agli aumenti dei prezzi dell’energia». Nella sostanza il provvedimento varato dal Consiglio dei ministri del 18 febbraio può valere per chiunque: chi non risente dell’aumento dei prezzi dell’energia in questo periodo? L’articolo di poche righe spazza via con un colpo di spugna quanto introdotto dall'esecutivo con la legge di bilancio di fine anno: quella stessa che aveva previsto l’avvio di una forma di “phasing out” dalle misure di supporto. Nella sostanza finisce per ripristinare fino a giugno 2022 le garanzie sui prestiti così come erano previste fino a fine dicembre 2021, al netto però delle moratorie che sono cessate e non saranno più prorogate. La norma prevede che chiunque abbia esigenze di liquidità legate al caro energia possa accedere alle garanzie della Sace (per le Pmi e le imprese più grandi) o a quelle del fondo di garanzia per le Pmi. Ma, soprattutto, cancella la commissione tanto invisa alle associazioni imprenditoriali: la legge di bilancio stabiliva che da fine marzo chi accedesse ai prestiti garantiti avrebbe dovuto pagare una “fee”. La norma approvata ieri la cancella fino a fine giugno 2022.

L’aspetto singolare del provvedimento è l’ampliamento della platea dei soggetti che possono accedere alle garanzie. Il decreto Liquidità era stato varato nel 202o per dare supporto alle imprese - ma anche alle attività professionali e commerciali - colpite dai lockdown. I requisiti di accesso stabilivano che nel biennio precedente al 2020 il richiedente dovesse avere un’attività in utile ed eventuali prestiti in essere fossero in bonis. Doveva poi essere dimostrato il danno subito nel periodo delle chiusure (era stato introdotta una misura della contrazione del fatturato). Quei prestiti via via sono diventati uno strumento sempre meno emergenziale e sempre più a supporto degli investimenti: a tal punto che la legge di bilancio ha stabilito, per il periodo successivo al 30 giugno, una riduzione della garanzia per i finanziamenti chiesti per la liquidità e ha mantenuto una copertura più alta per quelli destinati a investimenti. La nuova norma allarga le maglie dell’accesso alle garanzie pubbliche senza fare riferimento, ad esempio, a requisiti specifici che dimostrino le difficoltà connesse al caro-energia. È vero anche che il provvedimento ha una portata limitata, perchè la durata prevista non va oltre quattro mesi. Nel frattempo resta aperta la questione del rafforzamento degli strumenti per supportare le imprese che escono dalle moratorie e per quelle che non riusciranno a fare fronte ai pagamenti delle rate da aprile, quando scadrà il periodo di preammortamento dei prestiti garantiti e la rata potrà anche triplicare. Banche e imprese hanno chiesto il varo del decreto per la garanzia Sace a condizioni di mercato, che può rimodulare i presititi rinegoziati per un periodo di 20 anni.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©