Giovani commercialisti: zero tasse per gli under 30
I giovani dottori commercialisti chiedono l’attenzione del Fisco per coinvolgere gli under 30 nel tessuto economico del Paese ed evitare che vadano all’estero in cerca di fortuna.
La proposta è stata presentata ieri, nel corso del 58° congresso dell’Unione giovani dottori commercialisti ed esperti contabili - dal titolo «I giovani commercialisti protagonisti della ripartenza, tra ripresa economica e presidio di legalità» che si conclude oggi a Reggio Calabria. L’esposizione è stata affidata a Claudio Siciliotti, past president del Consiglio nazionale (che ha partecipato attivamento al progetto) e a Francesco Savio della giunta nazionale Ungdcec, l’dea è prevedere una no tax area per i giovani under 30. Si tratterebbe di una fascia di esenzione ai fini Irpef per tutti i redditi generati da lavoratori sotto i trent’anni (dipendenti, autonomi e di impresa, anche occasionali), pensata con un limite temporale di 5 o 10 anni. L’obiettivo è agevolare e incentivare l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, garantendo loro un’autonomia finanziaria così da incenticare i consumi e favorire l’emersione. Per l’Unione sarebbe un importante incentivo fiscale e garantirebbe una sorta di “equità orizzontale”. Il progetto sarà presentato al Parlamento per diventare una proposta di legge. «Con questa proposta - spiega il presidente dell’Ungdcec Matteo De Lise - vogliamo inaugurare un nuovo ciclo per la categoria, che vuole essere protagonista della ripresa economica con proposte concrete». Secondo De Lise trasformare l’enorme giacimento di capitale umano giovanile presente nel nostro Paese, oggi inutilizzato, in un fattore di sviluppo, competitività e benessere sociale è più che mai urgente».
Non poteva mancare una presa di posizione sull’ennesima sospensione del voto per l’elezione degli Ordini territoriali decisa dal Tar la scorsa settimana. L’Unione chiede unità, regole certe e un cambio di marcia per quanto riguarda la governance dei commercialisti, e di azzerare l’attuale leadership per ripartire. Per De Lise serve una governace che non dichiari la resa dinanzi all’agenzia delle Entrate, e che guardi al presente e non solo al futuro, «perché circa l’80% dei commercialisti - afferma - si occupa di fisco.