Controlli e liti

Gli Ordini offrono collaborazione sui nuovi indici di coerenza fiscale

di Giorgio Costa

Le categorie economiche e gli Ordini professionali devono poter partecipare alla definizione dei criteri di coerenza e normalità posti a base degli indicatori di coerenza fiscale.

Lo hanno ribadito ieri durante l’audizione presso la commissione Finanze della Camera, guidata da Maurizio Bernardo (Ap), i rappresentanti del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili in relazione al nuovo disegno di legge ( atto Camera 4440 ) che istituisce gli Isa - gli indici ci di affidabilità che sostituiranno gli studi di settore - e che vede come primo firmatario Michele Pelillo (Pd). Una norma che si rende necessaria per dare attuazione al progetto degli Isa presentato nelle scorse settimane dalla Sose nelle audizioni parlamentari e per concretizzare quanto il Governo aveva inserito nel decreto fiscale dello scorso autunno (Dl 193/2016) e che va approvata al massimo nella manovra autunnale. L’obiettivo è quello di far partire i primi indicatori nel 2018 e passare dal concetto “punitivo” degli studi di settore alle “premialità” degli Isa per i contribuenti che fanno il loro dovere. In particolare, la proposta di legge prevede su scala da uno a dieci il grado di affidabilità. Per chi ottiene il voto più alto le conseguenze saranno importanti con, ad esempio, la riduzione dei termini a disposizione del Fisco per l’attività di accertamento e l’esclusione dal redditometro, l’abolizione del visto di conformità per la compensazione Iva dei crediti non superiori a 50mila euro annui e del visto o della garanzia per i rimborsi Iva non superiori a 50mila euro, lo stop agli accertamenti basati su presunzione semplice. Anche sul regime premiale si sono soffermati ieri i dottori commercialisti nel corso dell’audizione. «Fermo restando - ha insistito Maurizio Postal, uno dei delegati alla fiscalità del Consiglio nazionale - che la premialità deve toccare tutte le categorie e non solo alcune, compresi i professionisti, abbiamo proposto di specificare che nella determinazione del livello di affidabilità fiscale del contribuente si tenga adeguatamente conto degli effetti di variabilità degli imponibili generata dall’applicazione del criterio di cassa, attualmente previsto per la maggioranza dei soggetti a cui gli indici si rendono applicabili».

Così come, stante che l’obbligo di apposizione del visto di conformità per la compensazione dei crediti, previsto originariamente soltanto ai fini Iva, è stato esteso alle imposte sui redditi e addizionali, alle ritenute alla fonte, alle imposte sostitutive e all’Irap, la premialitùà non dovrebbe essere circoscritta alla compensazione dei crediti relativi alla sola Iva. Infine, non va esclusa la premialita per le società di “comodo” che rispettino gli indici di affidabilità fiscale, come accadeva prima per gli studi di settore.

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