Adempimenti

Iban, causale e categoria: domande per i 600 euro a rischio errore

L’istanza non può essere replicata ma l’Istituto dovrebbe neutralizzare in modo automatico le sviste formali

Attenzione agli errori formali nella compilazione della domanda all’Inps per l'ottenimento dell’indennità dei 600 euro. Il modulo, pur se semplificato, richiede la corretta identificazione del tipo di indennità e del tipo di qualifica del richiedente che ha così l’obbligo di “incasellarsi” correttamente all’atto dell’inoltro operativo della domanda.

Dalle prime richieste emerge, infatti, che molti contribuenti non hanno identificato in modo esatto la loro categoria di riferimento (indennità liberi professionisti, piuttosto che artigiani o commercianti), inoltrando così una domanda formalmente non corretta, pur a fronte di un beneficio perfettamente spettante sotto il profilo sostanziale.

L’errore in molti casi è dovuto al fatto che alcuni contribuenti, per la paura (infondata secondo quanto rassicurato dal presidente Inps) di non rientrare fra gli aventi diritto, causa esaurimento fondi, hanno proceduto in autonomia, senza avvalersi dell’ausilio di intermediari e/o professionisti del settore.

Ora vuoi per la scarsa dimestichezza con questi strumenti o per una non completa conoscenza del decreto, alcuni di essi non hanno prestato particolare attenzione al corretto articolo di legge (articolo 27 piuttosto che articolo 28 del Dl 18/2020, i casi più comuni) nel quale dovevano inquadrarsi all’atto della domanda, od ancora all’esatta categoria previdenziale di appartenenza (artigiani piuttosto che commercianti le ipotesi più ricorrenti).

In altri casi le ormai note difficoltà di accesso al sistema derivante dall’intasamento delle linee, soprattutto nella giornata di mercoledì 1° aprile hanno favorito il prodursi di errori anche banali di digitazione dei dati.

Ora, da quanto ci è dato di capire in questi casi il sistema ha rilasciato comunque regolare ricevuta di avvenuta presentazione, per cui, per questo genere di errori formali non dovrebbero esserci problemi con riguardo all’erogazione poi del beneficio. Del resto non è nemmeno possibile, da quanto ci risulta, poter reinviare la domanda correggendo la scelta della categoria effettuata (ad esempio, artigiano piuttosto che commerciante), infatti, in questi casi, il sistema blocca l’inoltro di una nuova richiesta.

In tali ipotesi, dunque, verrebbe da concludere, che l’Inps, riconoscendo il codice fiscale del contribuente e ben sapendo, ad esempio, che esso è un artigiano piuttosto che un commerciante potrà autonomamente gestire in modo corretto la domanda così da garantire l’accredito del beneficio. Se così non fosse, l’Inps dovrebbe dare la possibilità al contribuente di rettificare il dato, in modo che un’infrazione di tipo formale non possa pregiudicare l’istanza dell’avente diritto.

Ben diverso, invece, l’eventuale errore di digitazione riguardante ad esempio l’Iban sul quale accreditare i 600 euro. In questi casi il sistema rilascia ugualmente la ricevuta di avvenuto inoltro della domanda e non permette l’invio di un nuovo modulo.

Ora è evidente che così il bonifico non potrà essere accreditato, per cui il contribuente dovrebbe essere messo necessariamente nelle condizioni di poter rettificare il dato.
Ecco sarebbe opportuno che, in questi casi, l’Inps ci comunicasse in modo celere come poter fare per correggere la domanda.

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