L'esperto rispondeImposte

Il bollo addebitato al cliente è considerato compenso per il professionista e non spesa anticipata

Bollo

di Paolo Meneghetti

La domanda

Anche se i forfettari sono esclusi dalla tenuta della contabilità, ai fini della predisposizione della dichiarazione dei redditi, qual è la corretta “contabilizzazione” della marca da bollo di 2 euro apposta sulle fatture emesse da un professionista forfettario? Considerato che il forfettario acquista le marche da bollo facendosi rilasciare una ricevuta a suo nome, è corretto considerarle come un credito quale, ad esempio, spese anticipate in nome e per conto del cliente? Oppure devono essere considerati ricavi da indicare nel quadro LM della dichiarazione dei redditi, e assoggettati a imposta sostitutiva come reddito? E per l’imprenditore forfettario che paga il bollo virtuale, come si considera il bollo pagato con il modello F24? Un credito o un componente positivo di reddito da tassare?
F. B. – Modena

L’imposta di bollo è dovuta da colui che emette la fattura. Questa è la conclusione dell’interpello 67 del 20 febbraio 2020, con il quale emerge che il professionista può richiedere il rimborso della medesima imposta, ma resta fermo che l’obbligo di corrisponderla è a suo carico. Ciò fa sì che non si possa parlare di addebito al cliente a titolo di rivalsa per importi che la legge pone a carico del cliente. La conclusione di tale ragionamento porta a dire che il bollo, se addebitato al cliente costituisca compenso e non spesa anticipata. Se il professionista versa in regime forfettario il costo sostenuto per il bollo virtuale non è ovviamente deducibile, come del resto nessun costo è deducibile tranne i contributi previdenziali.

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