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Il bonus ristrutturazioni non si trasferisce all’erede dell’erede

Secondo l’interpello 612 il passaggio mortis causa dell’agevolazione può avvenire solo una volta

di Cristiano Dell'Oste

Il bonus ristrutturazioni del 50% si trasferisce solo una volta agli eredi: in caso di ulteriori passaggi successori, va perduto. È la regola dettata dalle Entrate nella risposta a interpello 612 pubblicata lunedì 20 settembre. La vicenda – sfortunata – è quella di un contribuente che muore nel 2019 lasciando la casa in eredità ai quattro figli (tre maschi e una femmina); dopodiché, nel 2020, poi, muore anche la figlia, e l’immobile passa per successione al marito, che ora si chiede se sia possibile sfruttare l’agevolazione.

Nella propria domanda, il marito precisa che lui e gli altri eredi hanno sempre mantenuto la disponibilità della casa, senza adibirla a propria abitazione principale e darla in locazione o in comodato ad altri (come richiede la prassi delle Entrate, da ultimo nella circolare 7/E del 2021). E chiede perciò di poter indicare nel modello 730/2021 e in quelli successivi le rate residue della detrazione.

Ricordiamo che secondo la norma di legge (articolo 16-bis del Tuir, comma 8), «in caso di decesso dell’avente diritto, la fruizione del beneficio fiscale si trasmette, per intero, esclusivamente all’erede che conservi la detenzione materiale e diretta del bene».

Le Entrate dicono di no. Il ragionamento dell’Agenzia si muove per analogia rispetto al caso in cui un erede vende o dona la casa oggetto dei lavori: in queste ipotesi, si legge nell’interpello, «le quote residue della detrazione non fruite da questi non si trasferiscono all’acquirente/donatario neanche nell’ipotesi in cui la vendita o la donazione siano effettuate nel medesimo anno di accettazione dell’eredità». Allo stesso modo, scrive l’Agenzia, «si ritiene che, in caso di decesso dell’erede che ha acquisito le quote di detrazione non fruite dal de cuius che ha sostenuto le spese agevolabili, le quote residue non si trasferiscano al successivo erede».

In realtà, il contribuente pone altre due domande, alle quali l’Agenzia non risponde neppure, perché sono “assorbite” dal primo diniego. Da un lato, chiede se sia possibile recuperare anche la rata del 730/2020 che la moglie (cioè la “prima” erede) non ha usato per ragioni di incapienza. Dall’altro, se possa utilizzare tutta la detrazione senza spartirla con la propria figlia, che è coerede dell’abitazione. Entrambi i quesiti presuppongono il trasferimento della detrazione, e quindi ricevo un diniego implicito.

L’interpello riguarda il bonus ristrutturazioni del 50%, ma ha una valenza più ampia, perché può ritenersi applicabile a tutte le altre detrazioni per il recupero edilizio alle quali si applica la regola del trasferimento all’erede.