Imposte

Il Dl Sostegni-bis prolunga la compensazione dei crediti verso la Pa e alza a 3 milioni la soglia in F24

Un anno in più per «ridurre» i carichi affidati fino al 31 ottobre scorso e tetto innalzato (ma serve la dichiarazione)

di Gabriele Ferlito

Il decreto Sostegni-bis - atteso nei prossimi giorni in Consiglio dei ministri - punta molto sull’utilizzo di crediti in compensazione per supportare le imprese. Molte di queste infatti si trovano in costante crisi di liquidità a causa dal perdurare dell’emergenza epidemiologica.

Viene anzitutto estesa anche per il 2021 la possibilità di compensare i crediti commerciali vantati dalle imprese nei confronti della pubblica amministrazione con i debiti tributari affidati agli agenti della riscossione entro il 31 ottobre 2020.

Tale possibilità è stata introdotta nell’ordinamento dall’articolo 9 comma 1 del Dl 35/2013 e, visto il successo riscontrato tra gli operatori economici, è stata di volta in volta prorogata negli anni. L’ultima proroga era stata disposta dal Dl 124/2019, che ha consentito alle imprese di compensare anche per il 2019 e il 2020 i debiti tributari relativi ai carichi affidati agli agenti della riscossione entro il 31 ottobre 2019.

Il decreto Sostegni-bis allunga di un anno tale scadenza, consentendo nel 2021 la compensazione di carichi affidati per la riscossione entro il 31 ottobre 2020.

Ricordiamo che il meccanismo applicativo della normativa prevede la possibilità di compensare debiti tributari relativi a carichi affidati agli agenti della riscossione con crediti non prescritti, certi, liquidi ed esigibili, maturati nei confronti della pubblica amministrazione in relazione a somministrazioni, forniture, appalti e servizi, anche professionali. I crediti commerciali devono essere certificati secondo le modalità previste dal decreto del Ministro dell’economia e delle finanze del 24 settembre 2014.

Il nuovo limite per le compensazioni a 3 milioni

L’altra misura prevista dalla bozza del decreto Sostegni bis a supporto della liquidità delle imprese è rappresentata dall’innalzamento del limite massimo dei crediti di imposta e dei contributi compensabili in base all’articolo 17 del Dlgs 241/1997, ovvero rimborsabili ai soggetti intestatari di conto fiscale. In particolare, è previsto che, dal 1° gennaio 2021, il nuovo limite è fissato in 3 milioni di euro per ciascun anno solare.

Ricordiamo che, ai sensi dell’articolo 17 del Dlgs 241/1997, i contribuenti possono eseguire i versamenti delle imposte, dei contributi dovuti all’Inps e delle altre somme a favore dello Stato, delle Regioni e degli Enti previdenziali, utilizzando in compensazione “orizzontale” nel modello di versamento F24 i crediti dello stesso periodo, maturati nei confronti dei medesimi soggetti, risultanti dalle dichiarazioni e dalle denunce periodiche.

Il limite annuale di compensazione, inizialmente pari a 516.456,89 euro, era stato portato a 1 milione di euro dall’articolo 147 del Dl 34/2020 (decreto Rilancio). Ma si trattava di una misura temporanea, valevole solamente per l’anno 2020. Se la nuova disposizione sarà confermata dal Consiglio dei ministri, già dal 1° gennaio 2021 troverà applicazione il nuovo limite di 3 milioni di euro, che peraltro si propone come modifica “a regime” dell’attuale assetto normativo in mancanza di un limite temporale di applicabilità.

Il nuovo limite massimo di crediti compensabili in F24 deve fare i conti con la necessità della preventiva presentazione della dichiarazione. Infatti, l’utilizzo in F24 di crediti relativi a imposte sui redditi, Iva e Irap, di ammontare annuo superiore a 5mila euro, richiede la preventiva presentazione della dichiarazione da cui emergono i crediti e l’apposizione del visto di conformità.

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