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Il figlio, socio accomandante, deduce i contributi versati dal padre accomandatario

I contributi Inps possono essere dedotti senza la necessità di allegare all’F24 la dichiarazione di rivalsa<br/>

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di Alfredo Calvano e Attilio Calvano

La domanda

Sono socio accomandante di una società in accomandita semplice, nella quale il socio accomandatario è mio padre. Io e mio padre siamo conviventi nel medesimo nucleo familiare. Poiché con carattere di abitualità mi reco presso la sede aziendale per coadiuvare mio padre nello svolgimento delle attività di organizzazione e coordinamento dell'azienda, mio padre ha ritenuto corretto segnalarlo all’Inps che mi ha inquadrato nella medesima gestione previdenziale di mio padre, iscrivendomi nella sua posizione come coadiutore. Di conseguenza i versamenti trimestrali che l’Inps invia a mio padre sono raddoppiati. In pratica mio padre paga, a nome suo, dei modelli F24 con importo doppio rispetto ad un commerciante "normale" in quanto paga sia la mia quota che la sua. Al termine di ogni anno mio padre esercita la rivalsa nei miei riguardi, con documento scritto nel quale dichiara che io ho provveduto a restituirgli quando da lui pagato a mio favore. Posso portare in deduzione questi contributi previdenziali nella mia dichiarazione dei redditi personale? In pratica posso scaricare, a nome mio, gli F24 pagati da mio padre allegando agli F24 la dichiarazione di rivalsa?
A. P. - Milano

Si ritiene che il socio accomandante possa legittimamente dedurre i contributi previdenziali versati per suo conto alla propria posizione assicurativa dal socio accomandatario. Si tratta, a ben vedere, di una mera anticipazione finanziaria in suo favore, la cui restituzione non può essere qualificata come un esercizio del cosiddetto diritto di rivalsa, non essendo previsto in tale contesto alcun obbligo normativo in capo al secondo nei confronti del primo. La sentenza 2222 del 27 maggio 2019 della...