Imposte

Il fisco inglese a caccia di redditi immobiliari in Italia

Non basta aver pagato le tasse sui redditi da immobili in Italia, bisogna anche averle inserite nel Tax return

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di Simone Filippetti

Nella casella delle lettere dei concittadini che vivono in Gran Bretagna sta arrivando una pioggia di lettere da Hmrc (Her Majesty Revenue & Custom), l’agenzia delle Entrate inglese, come quella datata 25 febbraio arrivata a Paola (nome modificato per la privacy), che Il Sole 24 Ore ha potuto visionare. Il tono è secco e categorico: «Abbiamo informazioni che dimostrano come lei abbia percepito redditi o guadagni all’estero, sui quali deve pagare le tasse in Gran Bretagna». Paola vive e lavora in Inghilterra, ha tre immobili in Italia, mai dichiarati Oltremanica. La casistica è enorme: nel Regno Unito vivono 700mila italiani ufficiali, quelli registrati dal consolato generale nell’elenco Aire, ma il numero effettivo è più alto. E tanti di loro, anche chi fa il barista da Caffè Nero o Costa Coffee, hanno una casa in Italia, spesso ereditata o regalata dai genitori: l’Italia è il paese con il più alto tasso di case di proprietà al mondo. E quando si sono trasferiti in Inghilterra hanno affittato i loro immobili. Su quell’affitto hanno magari pagato le tasse in Italia. Ora il fisco inglese sta andando a stanare tutti i proprietari di immobili.

Non è un accanimento contro l’ltalia. Ma uno degli effetti collaterali della normativa Crs (Common reporting standard), introdotto dall’Ocse (organismo internazionale che riunisce tutti i Paesi sviluppati): l’obbligo di comunicare al fisco di ogni Paese i dati bancari dei residenti esteri. Basta che un Paese incroci i dati per vedere se qualche cittadino ha redditi nascosti da qualche parte nel mondo. Per il fisco di Sua Maestà non è sufficiente aver pagato le tasse sui redditi da immobili in Italia, bisogna anche averle inserire nel Tax return, la dichiarazione dei redditi.

Gli inglesi sono andati in ordine alfabetico dei Paesi con l’applicazione della normativa Crs. E dopo aver mandato lettere ai cittadini di India e Irlanda che vivono in Uk è la volta dell’Italia: il controllo fiscale di routine è diventato un caso perché gli italiani sono la terza nazionalità in Uk dopo polacchi e rumeni. Sta arrivando una valanga di accertamenti. Le lettere hanno gettato nel panico migliaia di concittadini. È il caso opposto a quello della stangata Imu nel Regno Unito: con la Brexit, i residenti italiani che hanno un immobile in Uk hanno subìto un'impennata della tassa italiana sulla casa. Nel caso di Hmrc, invece, la tegola cade sugli italiani residenti in Uk per le case che possiedono in Italia.

Super lavoro per i fiscalisti e commercialisti italiani a Londra: «Stiamo ricevendo decine di richieste di aiuto - esordisce Guido Ravaglia dello Studio Statura -. Prima era anti-economico per qualsiasi Paese andare alla ricerca di questi redditi, un’attività troppo faticosa per importi spesso modesti».

Ora sono le banche che inviano in automatico i dati ai Paesi. Per il fisco di Sua Maestà è facile e conveniente. «Molti connazionali non hanno mai dichiarato i redditi da immobili italiani nel Regno Unito» prosegue Ravaglia. In molti casi c’è buona fede, in altri c’è superficialità da parte di chi ha consigliato gli italiani in Uk: il principio generale è che case e appartamenti si tassano sempre nel Paese dove sono, perché appunto immobili. E la presunzione del divieto di doppia imposizione, ha indotto molti italiani residenti in Gran Bretagna in errore. Errore che ora rischia di costare caro: oltre all’ammanco (per il fisco inglese quei redditi italiani sono imposte evase), c'è anche una sanzione che spesso è il 100% della tassa non versata.

Il processo penale

Se il fisco inglese sospetta che ci sia stata una frode parte un processo penale: «E Le tempistiche e i costi di un'indagine penale sono molto rilevanti» mette in guardia consiglia Alessandro Belluzzo, fondatore della Belluzzo international a Londra che esorta a non sottovalutare la lettera ricevuta.

La No tax area

In Inghilterra fino a 12.500 sterline di redditi non si paga alcuna tassa. Ma ora anche il “cameriere” italiano che prima non pagava tasse in Uk, dovendo anche “importare” il reddito italiano, supera la soglia e diventa un taxpayer.

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