Imposte

Il Mef esclude l’aumento al 23% dell’aliquota per il regime forfettario

L’Economia conferma l’imposta sostitutiva del regime forfettario al 15 per cento

di Marco Mobili e Giovanni Parente

«L’ipotesi di incremento non rappresenta affatto una proposta di lavoro». Il ministero dell’Economia chiude il polverone sollevato nei giorni scorsi su un possibile aumento dell’imposta sostitutiva del regime forfettario dal 15% al 23 per cento. A precisarlo è la risposta della sottosegretaria al Mef, Maria Cecilia Guerra, nel question time in commissione Finanze alla Camera.

Il quesito era stato sollevato da Fratelli d’Italia (primo firmatario Marco Osnato) che aveva lanciato un allarme dopo l’audizione della dfirettrice generale delle Finanze, Fabrizia Lapecorella. Ma la risposta del Mef fa notare che, sulla base del modello teorico della Dual income tax (Dit) discusso nelle audizioni parlamentari sulla riforma Irpef, in un passaggio dell’audizione si afferma che «qualora si volesse salvaguardare la semplificazione degli adempimenti prevista dal regime ma ricondurlo al sistema di dual income tax “imperfetto” vigente in Italia, un disegno coerente dell’imposta dovrebbe suggerire di fissare l’aliquota dell’imposta sostitutiva al livello della prima aliquota dell ’Irpef » invece del 15% (5% per le neo attività).

Dunque, come sottolinea ancora la risposta, l’ipotesi rientra tra quelle discusse in un «dibattito teorico collegato alla possibilità di optare per un modello di tassazione duale dei redditi personali». Infine, la risposta ricorda che l’audizione aveva posto il tema della revisione dei coefficienti di redditività «non coerenti con la struttura dei costi di imprese di dimensioni meno contenute».

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