Imposte

Il tax credit affitti dopo il Dl Agosto inciampa sui «dettaglianti»

A seguito dell’estensione del Dl 104 serve una soluzione per non tagliare fuori le imprese multiattività

Accesso ampio per i dettaglianti al tax credit locazioni ma alcune questioni sono da gestire. L’aggiunta di un mese (giugno) al trimestre già agevolato disposta dal Dl Agosto, peraltro, rende lo sconto ancora più interessante e per questo urge trovare soluzioni ai dubbi aperti.

Il nuovo comma 3-bis aggiunto nel corpo dell’articolo 28 ad opera della legge di conversione del Dl 34/2020, precisa che alle imprese esercenti attività di commercio al dettaglio, con ricavi superiori a 5 milioni di euro nel 2019, il credito d’imposta spetta nella misura ridotta ad 1/3. In pratica per locazioni e concessioni di immobili (volutamente non citiamo i leasing) il 20% al posto del 60% e per contratti di servizi a prestazioni complesse e affitti di aziende comprensivi di immobili, il 10% in luogo del 30 per cento. Ovviamente l’accesso resta condizionato al riscontro del calo del fatturato di almeno il 50% mese su mese nel 2020 rispetto al 2019, salvo per i soggetti che hanno iniziato l’attività dal 1 gennaio 2019 e per chi opera in uno dei comuni per i quali era in vigore lo stato di emergenza.

Il nodo dei «dettaglianti»

Il primo punto da smarcare è quello soggettivo. La disposizione fa riferimento alle imprese «esercenti l’attività di commercio al dettaglio».

Pare, quindi, rivolgersi solo a coloro che vendono prodotti al consumatore finale. Dal negozio di articoli per l’abbigliamento, al concessionario di automobili, per esemplificare. Letteralmente sembrano escluse dal bonus le attività di somministrazione di pasti e bevande quali, ad esempio, bar, ristoranti e pizzerie. Scelta, questa, che appare criticabile perché se si voleva dare una mano a coloro che gestiscono rapporti commerciali con il pubblico, occorreva tenere conto anche di comparti economici che pur classificabili tra i servizi, hanno e stanno pesantemente patendo gli effetti della pandemia.

Il calcolo del credito

Un secondo punto attiene alle modalità di calcolo del tax credit. La disposizione non fissa degli scaglioni per determinare l’agevolazione: «fino a» e «oltre» i 5 milioni di ricavi. Di modo che un dettagliante che scavalla la soglia potrà fruire solo del tax credit ridotto aspetto che si configura comunque già come un’agevolazione rispetto alla maggior parte degli altri contribuenti. Un dettagliante, invece, con ricavi 2019 inferiori ai 5 milioni di euro, potrà contare, rispettando i requisiti previsti, sul bonus pieno (60% o 30% del canone).

Le imprese multiattività: una proposta di soluzione

La questione decisamente più spinosa, però, è quella che riguarda le modalità di applicazione del comma 3-bis alle imprese multiattività che affiancano il commercio al dettaglio ad altre attività. La situazione più frequente è quella dell’impresa che opera sia all’ingrosso che al dettaglio, ma sono diffusi anche i casi in cui vengono svolte congiuntamente attività di servizi e la vendita di prodotti al consumatore finale. In questi casi come operare?

La soluzione più semplice sembra quella di targare l’impresa assumendo il codice Ateco dell’attività con i ricavi maggiori. Quindi se sono prevalenti le vendite al dettaglio si rientra nel comma 3-bis. Diversamente no. Per questa via, però, si possono ottenere risultati che sembrano iniqui. Si pensi ad un’impresa con ricavi complessivi 2019 di 6 milioni di euro formati per il 60% da vendite all’ingrosso realizzate dalla sede di proprietà e per il 40% da corrispettivi al dettaglio sviluppati in cinque punti vendita in affitto diretto.

È giusto escludere completamente dal tax credit locazioni questa impresa? Sensatamente no. Quindi sarebbe apprezzabile se si facesse un (deciso, ce ne rendiamo conto) sforzo interpretativo per cercare una via diversa rispetto a quella della rilevanza della natura dei ricavi maggioritari.

La soluzione, quindi, potrebbe essere quella di utilizzare i ricavi complessivi per determinare la misura del bonus da applicare poi sui canoni di locazione delle attività al dettaglio. Sempre sui dati complessivi mensili di fatturato/corrispettivi andrebbe riscontrato il calo del 50 per cento.

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