Il tesoretto dei dati fiscali, cruciale l’interconnessione
Informazioni inviate dai contribuenti per far “parlare” le banche dati e ridurre adempimenti e scadenze
Giugno si preannuncia molto caldo sul fronte delle scadenze tributarie. Nonostante la sensibilità dimostrata nell’ultimo periodo dal Governo Draghi, che ha disposto numerosi rinvii, il rischio dell’ingorgo di scadenze e adempimenti è davvero alto.
Da più parti si lanciano allarmi sulla necessità di procedere ad un radicale riordino della materia, una vera e profonda razionalizzazione su questo tema è il tassello fondamentale di ogni possibile progetto di semplificazione. Un percorso su cui da qualche tempo si apprezzano gli sforzi dell’amministrazione finanziaria ma per il quale è necessario incidere con maggiore efficacia.
Il grado di semplificazione e il numero di scadenze dipendono, infatti, dal numero di informazioni da fornire che spesso è fortemente legato alla disciplina specifica dei tributi e alla quantità di dati richiesti per contenere l’evasione fiscale.
La salvaguardia delle esigenze di bilancio e della distribuzione degli incassi erariali potrebbe senz’altro essere rispettata con un volume ben più contenuto di informazioni per la gestione dei singoli tributi.
Il ruolo della digitalizzazione in questo percorso virtuoso potrebbe giocare un ruolo centrale insieme alla interoperabilità delle banche dati fiscali. La tendenza attuale è quella di utilizzare la digitalizzazione per richiedere tutte le informazioni nella fase di emissione della fattura elettronica, per poi consentire all’agenzia delle Entrate, sulla base di queste informazioni, di inviare ai contribuenti le liquidazioni periodiche dell’Iva e una dichiarazione Iva e imposte sui redditi precompilata.
È certamente un passo avanti ma resta sempre elevato il numero dei dati da fornire. Cosa si potrebbe fare ancora in concreto? Per ridurre al massimo le informazioni necessarie per la gestione dei singoli tributi e per le finalità di contrasto all’evasione fiscale si potrebbero utilizzare le informazioni digitalizzate che vengono inviate dai contribuenti per mettere realmente in connessione tutte le banche dati e per ridurre sensibilmente gli adempimenti a carico dei cittadini e delle imprese.
Non va dimenticato, tuttavia, che il calendario delle scadenze viene distribuito e frazionato lungo tutto l’arco dell’anno perché si deve tener in debito conto delle oggettive difficoltà che avrebbe il contribuente a concentrare i pagamenti in un’unica soluzione. Vi sarebbe, anzitutto, un esborso troppo elevato sotto il profilo finanziario e non andrebbe trascurato neppure l’impatto psicologico: avere contezza dell’importo complessivo da versare per un anno al Fisco renderebbe certamente più alta la percezione della forte pressione fiscale da cui siamo gravati. Ciò nonostante, sembra evidente che, pur nel rispetto di queste dinamiche, vi siano ampi margini per un cospicuo taglio delle centinaia di scadenze che si avvicendano ogni anno.