Impensabile liquidare l’imposta in dodicesimi
Le dodici o quattro liquidazioni periodiche risulterebbero, di fatto, degli acconti
Un modello di tassazione realmente per cassa, oltre a garantire l’effettività dell’imposizione, deve rendere anche più semplice il prelievo tributario.
Così che appare davvero una sorta di ossimoro fiscale il fatto che si pensi di affiancare ad un regime di “cassa vero” l’adempimento della liquidazione mensile o trimestrale dell’imposta (Irpef o, comunque, di un’imposta sostitutiva). Questo per evitare – secondo gli ispiratori di tale proposta (quella della liquidazione mensile o trimestrale dell’Irpef) - la corresponsione degli attuali saldi e acconti dell’imposta. L’Irpef è innanzitutto un’imposta che risulta dovuta per anni solari, a ciascuno dei quali corrisponde un’obbligazione tributaria autonoma (articolo 7 del Tuir). Non ha proprio senso prevedere dodici (nel caso di liquidazione mensile) o quattro (nel caso di liquidazione trimestrale) liquidazioni periodiche del tributo, che non risulterebbero altro che degli acconti dell’imposta. Senza contare l’ulteriore aggravio amministrativo che ne deriverebbe per la comunicazione all’agenzia delle Entrate di tali “liquidazioni”.
Parimenti, non è ipotizzabile – almeno a parere di chi scrive – l’istituzione di conti correnti appositamente dedicati, con applicazione di una ritenuta d’acconto di modesta entità sulle movimentazioni dei conti, che creerebbe ulteriori malumori. Senza contare che, probabilmente, anche gli stessi intermediari finanziari non sarebbero particolarmente favorevoli ad una simile ipotesi (l’applicazione della ritenuta). Se si vuole davvero semplificare e rendere effettivo il prelievo, non si possono certo ipotizzare ulteriori adempimenti fiscali.
Invece, va certamente nella logica della semplificazione il fatto di eliminare, dalla determinazione del reddito, tutte le questioni valutative, gli accantonamenti, eccetera. Da ponderare la questione dei beni strumentali, per i quali, in caso di applicazione del “reddito per cassa effettivo”, scomparirebbero ammortamenti, così come plusvalenze (rileverebbe il corrispettivo della vendita) e minusvalenze. La deduzione immediata di quanto effettivamente pagato (al netto di eventuali finanziamenti) favorirebbe certamente gli investimenti, ma qui, forse, la valutazione da farsi è più politica che tecnica.
Rimane il fatto che le poste rilevanti nella determinazione del reddito (effettivo per cassa) rimarrebbero quelle inerenti. L’inerenza rimane il presidio più alto nella determinazione del reddito d’impresa e di lavoro autonomo.