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Imposta sugli intrattenimenti, gli enti di promozione sportiva cercano l’esclusione

Dal tenore letterale dell’accordo Coni-Dogane e Monopoli, non sembrerebbero rientrare nel campo di applicazione agevolato anche gli Eps riconosciuti e le relative Asd e Ssd affiliate

Imposta sugli intrattenimenti, resta il nodo sull’accesso al regime di esclusione anche per gli enti di promozione sportiva. Con il protocollo dello scorso 10 maggio, l’agenzia Dogane e monopoli (Adm) ha siglato con il Coni un accordo che regola l’applicazione della normativa in tema di apparecchi da intrattenimento senza vincita in denaro (ad esempio biliardo, calciobalilla, freccette eccetera). Attività quest’ultime che sono escluse dall’imposta e dagli adempimenti autorizzatori ove gli apparecchi siano utilizzati per finalità competitive, di formazione e di allenamento presso i locali di associazioni e società sportive dilettantistiche (Asd e Ssd) affiliate alle Federazioni sportive riconosciute dal Coni e regolarmente iscritte nel registro delle società sportive.

L’impostazione di Adm e Coni si pone, per certi versi, in linea con la prassi. Già in diverse occasioni l’Amministrazione finanziaria aveva infatti chiarito l’ambito di applicazione del regime di esclusione dall’imposta sugli intrattenimenti ove le attività svolte con tali apparecchi da Asd/Ssd siano svolte nel contesto sportivo (si vedano le circolari 165/E/2000 e 247/E/1999). Ciò nella considerazione che trattasi di attività carenti della caratteristica ludica essenziale per la configurazione del presupposto oggettivo.

Ma non solo. Con la prassi in questione, l’Amministrazione finanziaria aveva fornito indicazioni anche dal punto di vista oggettivo e soggettivo. Ai fini dell’accesso al regime di esclusione per finalità sportive, le attività svolte con gli apparecchi da intrattenimento debbono essere:

• organizzate dal Coni, Federazioni sportive nazionali (Fsn) o Enti di promozione sportiva (Eps) e altri soggetti che perseguono finalità sportive, purché affiliati o riconosciuti dal Coni;

• con connotazione agonistica, ossia non a scopo amatoriale e inserite o ricollegabili direttamente a manifestazioni sportive (gare, tornei, campionati, eccetera).

A livello soggettivo, era poi specificato che l’uso degli impianti o attrezzature debba essere consentito esclusivamente a soci e associati praticanti l’attività agonistico-sportiva e regolarmente iscritti nei registri.

Proprio sul punto si innesta l’inquadramento soggettivo del regime di esclusione, come declinato nell’ultimo protocollo Coni-Adm. Dal tenore letterale dell’accordo, non sembrerebbero infatti rientrare nel campo di applicazione agevolato anche gli Enti di promozione sportiva riconosciuti dal Coni nonché le relative Asd e Ssd affiliate (articolo 3 del protocollo). Esclusione che, in assenza di interventi correttivi, potrebbe determinare non poche disparità di trattamento tra organismi sportivi parimenti riconosciuti dal Coni e che, alla pari, svolgono attività sportive con finalità agonistica. La stessa normativa Coni prevede infatti che, oltre alle federazioni sportive, anche gli Eps siano titolati a svolgere attività motorio-sportive con modalità competitive, oltreché attività agonistiche connesse ai fini istituzionali e nel rispetto di quanto previsto nei regolamenti tecnici (articolo 2, comma 1, lettera a, numeri 1 e 3 del regolamento Eps approvato dal Consiglio nazionale Coni con delibera 1525 del 28 ottobre 2014).

Restando sempre sul tema va ricordata la specifica ipotesi di esenzione riconosciuta dalla normativa del Terzo settore. Vale a dire quella misura di vantaggio che, dal 1° gennaio 2018, esenta dall’imposta sugli intrattenimenti le attività ludiche svolte dagli enti del Terzo settore (Ets) occasionalmente o in concomitanza di celebrazioni, ricorrenze o campagne di sensibilizzazione e previa apposita comunicazione al concessionario (articolo 82, comma 9, del Dlgs 117/2017 o Codice del Terzo settore).

Una fattispecie diversa rispetto a quella contemplata nel Dpr 640/72 ma che assume non poca rilevanza, specie con riguardo a tutte quelle Asd/Ssd e organismi riconosciuti dal Coni dotati, oltreché del riconoscimento sportivo, anche della qualifica di ente del Terzo settore.