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Imprese in affanno sulla pianificazione degli investimenti Industria 4.0

I termini previsti dalla legge di Bilancio 2020 per accedere al beneficio sono ridotti

AFP

di Luca Gaiani

Imprese in affanno per la pianificazione degli investimenti Industria 4.0. La legge di Bilancio 2020, che ha sostituito l’iperammortamento con il nuovo credito di imposta del 40-20 per cento, concede un termine ridotto per usufruire del bonus.

Gli investimenti devono essere completati nel 2020, con una breve coda al primo semestre 2021 per chi prenota i beni strumentali entro la fine di quest’anno.

La legge 160/2019 ha introdotto un nuovo credito di imposta per le imprese che realizzano beni strumentali destinati a struttura produttive italiane e dotati dei cosiddetti requisiti 4.0 (allegato A alla legge 232/2016).

Il credito di imposta è pari al 40% del costo sostenuto fino a 2,5 milioni, e al 20% per la parte compresa tra 2,5 e 10 milioni di euro.

Il bonus si ripartisce in cinque quote ed è compensabile nel modello F24 per il pagamento di altri tributi e contributi a partire dall’anno successivo alla interconnessione.

Quindi, ad esempio, per un investimento di costo pari a 2 milioni effettuato ed interconnesso nel 2020, l’incentivo è di 800mila euro e si utilizza per 160mila euro all’anno dal 2021 al 2025 compresi.

Per gli investimenti 4.0 del 2020, trova ancora spazio l’iperammortamento disposto dalla precedente legge 145/2018 per chi aveva prenotato i beni con l’acconto del 20% entro fine 2019. In questi casi non si applica il credito del 40-20 per cento.

La nuova disposizione, che prevede formalità ulteriori rispetto a quella precedente, sta mettendo a dura prova il timing degli investimenti.

Gli investimenti che possono usufruire degli incentivi 4.0 sono complessi e hanno la necessità di tempi di progettazione e di realizzazione lunghi, sicché il periodo concesso dalla legge appare insufficiente per una pianificazione adeguata.

Le imprese che, dopo aver svolto le procedure di selezione dei fornitori, definiranno l’investimento nella seconda metà dell’anno avranno a disposizione, anche avvalendosi della coda del 30 giugno 2021, meno di 12 mesi per completare la realizzazione in base alle regole fiscali. Realizzazione che, nei contratti che vengono solitamente utilizzati per questi beni strumentali (appalto o vendita-appalto), richiede che sia ultimata l’opera e venga eseguito il relativo collaudo presso lo stabilimento dell’investitore.

Con il rischio che, slittando queste fasi dopo il 30 giugno 2021, l’investimento finisca, per il suo intero importo, escluso dal credito di imposta, salvo prevedere, con vere e proprie acrobazie contrattuali, la liquidazione “definitiva” di stati avanzamento lavori in corso d’opera per far entrare almeno una parte del corrispettivo nel periodo agevolato.

In attesa che gli incentivi siano messi a regime, sarebbe quanto meno necessario allungare a fine 2021 il tempo a disposizione per chi prenota l’acquisto entro il 31 dicembre prossimo, come era generalmente previsto nei precedenti provvedimenti.