Professione

In stand by nell’Albo se il lavoro è subordinato

Per le opportunità di impiego nella Pa offerte ai professionisti dal Pnrr si devono valutare le eventuali incompatibilità

di Tiziano Grandelli e Mirco Zamberlan

Incarichi di consulenza e lavoro subordinato a tempo determinato: sono le due chance che l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza offre ai professionisti iscritti agli Albi.

Per quanto riguarda gli incarichi, è il decreto reclutamento che disegna il percorso che porterà all’individuazione degli esperti che dovranno supportare la Pa nella realizzazione dei progetti del Pnrr. Un ruolo rilevante lo avrà il portale del reclutamento gestito dal dipartimento della Funzione pubblica (Inpa), già avviato in via sperimentale e che entrerà a pieno regime nel 2023, dove i professionisti dovranno registrarsi.

I requisiti
Per poterlo fare è necessario che siano iscritti all’Albo di un Collegio o Ordine da almeno 5 anni e non siano in quiescenza. Un decreto attuativo, ancora da emanare, potrà individuare ulteriori requisiti, nonché fissare modalità e termini per la presentazione delle domande di iscrizione.

Una volta formato sul portale l’elenco dei professionisti, le pubbliche amministrazioni che dovranno conferire un incarico inviteranno almeno 4 professionisti al colloquio, al fine di selezionare il soggetto più idoneo. È evidente che, in questo contesto, l’esperto potrà continuare a esercitare la libera professione.

Le assunzioni a tempo determinato
Anche per il secondo filone di opportunità – quello delle assunzioni a tempo determinato – si adottano soluzioni informatiche di reclutamento, così da ridurre i tempi dei concorsi. C’è sempre un elenco gestito dal portale a cui accedono i soggetti provvisti, oltre che di laurea magistrale o specialistica, di dottorato di ricerca o master di secondo livello ed esperienza qualificata almeno triennale. Nell’immediato, però, la commissione Ripam ha pubblicato un concorso per 500 unità di specialisti a cui possono partecipare i soggetti muniti del diploma di laurea. Ma sono oggetto di valutazione anche il possesso di ulteriori lauree rispetto a quella richiesta, master di primo e di secondo livello, dottorati di ricerca e diplomi di specializzazione. La graduatoria, infatti, sarà formulata sulla base del punteggio ottenuto con i titoli e con la prova scritta.

In questo caso, il professionista che, risultato vincitore del concorso, accettasse la nomina, dovrebbe cessare la partita Iva, pur mantenendo l’iscrizione all’Albo. A volte, come per gli avvocati, si può rimanere iscritti in una sezione speciale dell’Albo, che però limita l’esercizio della professione solo nei confronti della Pa dalla quale si dipende. E questo perché con l’ente datore di lavoro si instaura un rapporto di lavoro subordinato a tempo determinato e, di conseguenza, scattano tutte le incompatibilità previste dall’articolo 53 del decreto legislativo 165/2001.

Per orientamento della Funzione pubblica, a tali soggetti è concesso solo lo svolgimento di attività occasionale, previa autorizzazione della Pa di appartenenza.

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